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'Il mio collega Cavedagna, europarlamentare di Fratelli d’Italia, sostiene che candidandomi alle elezioni europee io abbia abbandonato al suo destino l’Emilia-Romagna. Si sono talmente tanto arrabbiati gli elettori della nostra regione e del nord-est, che io sono stato eletto con 390mila preferenze ricevute e lui con 55mila. Il rapporto è di 7 a 1. Quando ci rivedremo a Bruxelles gli regalerò una calcolatrice'. Così l'europarlamentare Pd Bonaccini replica all'europarlamentare Fdi Cavedagna il quale aveva detto che 'Bonaccini ha abbandonato la “nave” lasciandola con tanti problemi irrisolti'.
Si appella dunque al tema delle preferenze ricevute, Stefano Bonaccini, per giustificare le sue dimissioni da presidente. Ci sono però alcuni elementi che Bonaccini dimentica, nonostante l'uso della calcolatrice.
Innanzitutto Stefano Bonaccini non ha mantenuto la sua promessa di restare in carica fino all'ultimo giorno per - citando le sue parole 'il patto siglato con gli emiliani' (qui video), ma si è dimesso anzitempo, esattamente il 12 luglio scorso, circa sei mesi prima della scadenza naturale.
In secondo luogo con le dimissioni di Bonaccini, la stessa Giunta regionale è decaduta e l'Assemblea Legislativa sciolta e quindi egli ha oggettivamente lasciato la Regione in un limbo di alcuni mesi durante il quale la presidente Priolo non può che svolgere affari correnti e gestione ordinaria dell'Ente. Infine, va ricordato, che per completare due legislature si sarebbe dovuto votare nel 2025, non a novembre 2024 come già annunciato dalla Priolo. Tre dati di fatto sui quali l'ex presidente della Regione Bonaccini non ha mai replicato nel merito.
Giuseppe Leonelli
Redazione Pressa
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