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Realismo Bonaccini nella piazza di sinistra: 'Con la Meloni nessun pericolo fascista'

Realismo Bonaccini nella piazza di sinistra: 'Con la Meloni nessun pericolo fascista'
Realismo Bonaccini nella piazza di sinistra: 'Con la Meloni nessun pericolo fascista'

Il Presidente della Regione chiude la campagna elettorale della sinistra a Modena e lancia l'ultimo appello: 'Convincete gli indecisi puntando sulla nostra affidabilità, è sbagliato guardare tutti dall'alto al basso'

Il Presidente della Regione chiude la campagna elettorale della sinistra a Modena e lancia l'ultimo appello: 'Convincete gli indecisi puntando sulla nostra affidabilità, è sbagliato guardare tutti dall'alto al basso'


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'Ho letto che a destra avrebbero raggiunto un accordo per cui Matteo Salvini potrebbe diventare ministro dell'Istruzione. Ci manca solo questo, c'è un limite a tutto. Basterebbe questo per rispondere alla domanda di un giornalista sul perché non votare il centro destra'. Parte con una stoccata che incontra poca approvazione anche tra il pubblico di sinistra accorso in piazza Matteotti, il presidente della Regione Stefano Bonaccini che chiude l'anedotto con con un parallelo ancora meno apprezzato: 'Mi sono anche chiesto perché Salvini proprio alla scuola? Forse perché in classe la campanella suona ogni ora e lui, dopo le regionali in Emilia-Romagna, non suona più neanche i campanelli'.

Cenni di applausi, qualche mugugno. La battuta non sfonda. Si va oltre, ma non oltre domenica 25. Perché è tra venerdì e sabato che il PD e la sinistra possono ancora, secondo Bonaccini che evoca il ribaltamento dei sondaggi alle elezioni regionali di due anni fa, che vinse, recuperare quello svantaggio rispetto alla coalizione di un centro destra che veniva, fino a qualche giorno fa, segnalato vincente da tutti i sondaggi (lo ricordiamo vietati nei 15 giorni antecedenti al voto).
Anche perché 'ci sono milioni di indecisi, e' nostro dovere provare a convincerli dell'affidabilità della proposta che viene dal Pd e dal centrosinistra'.
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'Io sono convinto che si possa avere un buon risultato- dice poi- bisogna però usare queste ore per lanciare messaggi molto chiari, molto semplici, per fare riflettere sull'affidabilità dell'una e dell'altra parte'. In ogni caso 'se c'è' qualcuno che può battere la destra siamo solo noi'. E qui il Presidente ridimensiona l'approccio spesso infarcito da superiorità morale ed intellettuale con cui gli esponenti PD parlano degli avversari. Come qualche minuto prima aveva fatto il sindaco di Modena, in un intervento dai toni accesi fortemente diviso, ma giocato sulla divisione tra bene e male dove è facile indovinare in che posto sta il bene, ovvero sempre e solo a sinistra. 'Dall' altra pare c'è il carbone a posto dell'energia green' aveva detto. 'C'è il guardare indietro, non c'è comunità'. E anche su questo punto, seppur indirettamente, ci pensa Bonaccini a ridimensionare il tutto. Almeno nella forma. 'Attenzione la Meloni non è fascista e il pericolo fascismo con lei al governo non c'e' (risposta indiretta anche a chi, come il candidato De Maria, poco prima, aveva dichiarato inconcepibile che una forza politica con una fiamma tricolore nel simbolo potesse governare il Paese).
'Il problema, semmai, - dice - è la preoccupazione, giustificata, in Europa, per le posizioni assunte da Salvini e Meloni, nei confronti di Orban'. 'Il problema non sono le loro posizioni atlantiste ma quelle europeiste' 

Per la chiusura Bonacini sceglie la metafora dell'aquilone, paragonando al popolo PD e di sinistra: capace di librarsi in volo nel momento in cui il vento è contrario

Gi.Ga


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