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Un tranquillo aprile di 50 anni fa. Il 12 aprile del 1970 è una domenica come oggi. Le temperature sono più o meno le stesse, l'inverno si è oramai arreso e 15, 18 gradi fanno da cornice ad una normale domenica di primavera italiana. Le partite di calcio la fanno da padrone, naturalmente. Pasqua è già passata, è caduta il 29 marzo, lasciando il passo alla grande liturgia del campionato, che riempie ugualmente giornate (e stadi) degli italiani. Per di più, a Cagliari, allo stadio Amsicora (così si chiamava il campo degli isolani), sta per andare in scena una delle giornate più importanti che la Sardegna abbia mai vissuto. Il Cagliari può vincere lo scudetto. E' un calcio ancora lontano parente di quel triste coacervo di interessi economici esasperati e più o meno mafiosi di vario genere.
Certo, le “porcherie” sono di casa anche nel pallone di quei tempi, eccome! Ma il calcio vive ancora di quell'ingenuità che è poi anche un poco quella degli italiani in genere. Quella che di lì a poco la stagione delle stragi e del terrorismo spazzerà via assieme a tante vite.
L'interesse e il motivo di discussione degli italiani, nei numerosi assembramenti allora possibili davanti ai bar o nei luoghi pubblici, non ha che l'imbarazzo della scelta. A giugno si voterà per le amministrative, che con quasi il 48% il PCI dominerà nella nostra città. Qualche giorno prima, a Londra, si erano sciolti nientemeno che i Beatles. A giugno si giocheranno i campionati del Mondo in Messico. Ma prima di tutto, proprio oggi, si gioca la partita che può consacrare il Cagliari di Giggiriva Campione d'Italia.
Fino a ieri quasi una eresia, oggi, grazie ai giocatori guidati dall'istrionico Manlio Scopigno, può finalmente diventare realtà.
E così sarà, come sappiamo. Si inizia tutti alle 15, e già questa è una notizia “storica”. Riva e Bobo Gori stendono il Bari con un secco 2 a 0, mentre in concomitanza la Juve, con lo stesso risultato, viene “regolata” a Roma contro la sorprendente Lazio di Chinaglia, a cui il Cagliari passerà di lì a 3 anni il testimone degli scudetti impensabili. Un popolo, quello sardo, può scoppiare di festa. La gente è consapevole di essere di fronte ad un evento storico. Molto di più di un segno sull'Albo d'Oro del campionato
Qualche giorno prima però un altro evento riempie le discussioni degli italiani. Dall'altra parte dell'oceano, dal mitico Cape Canaveral, è partita la terza missione del programma spaziale americano che dovrà portare il quinto ed il sesto uomo sul suolo lunare. Il suo nome, al momento, non dice più di tanto. Risponde al nome, scontato, di Apollo 13. Anche i giornali titolano, riprendendo dichiarazioni dei vertici della Nasa, di una missione oramai quasi noiosa...
fine prima parte
Mirko Ballotta