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Entro la fine del 2024 si stima che il 5G raggiungerà oltre il 40% della popolazione globale e che ci saranno 1,5 miliardi di abbonamenti alla nuova tecnologia. La gara è iniziata anche in Italia. Da due anni per accapparrarsi spazio nelle tre gamme di frequenza, già assegnate, sulle quali lavorerà la tecnologia 5G con una gara da oltre 3 miliardi di euro alla quale hanno partecipato i 5 operatori. Soggetti che territorio hanno iniziato a mettere le mani avanti per guadagnarsi, dopo lo spazio etereo ed invisibile della frequenze radio, anche quello fisico, sui tralicci. Per installare gli impianti e trasmettere il loro segnale. Ma per questo dovranno ancora attendere. A Modena almeno fino al luglio 2022, data indicata da Arpae nello schema presentato nel corso
dell'ultima commissione consiliare del Comune dedicata proprio al 5G da Giovanna Rubini, responsabile dell’Unità specialistica di Arpae Emilia-Romagna sui Sistemi ambientali aria campi elettromagnetici.
Schema in cui vengono evidenziate le 32 richieste (che sulla carta avrebbero il via libera), avanzate dai 5 operatori. Elenco in cui spicca Iliad con 21 richieste delle quali 19 autorizzate per l'installazione dal luglio 2022. Seguono Wind-Tre con la richiesta per 6 impianti, Telecom e Vodafone con 2 e Fastweb con uno. Ma con differenze nella tipologia di frequenza utilizzata: quelle di Iliad sono quasi tutte concentrate nella prima gamma di frequenze da 700 MHz (quella attualmente utilizzate dalle TV) mentre quelle degli altri operatori nella seconda fascia di frequenza (3600-3800 MHz). Solo Fastweb ha scelto di chiedere l'autorizzazione per la terza fascia da 26 GhZ oggetto presumibilmente di un ulteriore fase di sviluppo e di utilizzo della tecnologia
L’aumento degli impianti non significherà necessariamente un aumento di emissioni elettromagnetiche.
Pur avendo gli operatori la concessione ministeriale e di fatto il diritto per operare (ricordiamo che le reti di telecomunicazioni sono considerate strategiche per il paese), per le autorizzazioni singole sui territori vige il principio di precauzione, o comunque di cautela. Che in Italia ed in Emilia-Romagna, in attesa anche degli approfondimenti sugli effetti dei campi elettromagnetici generati dalle stazioni radiomobili sulla salute umana, è di gran lunga (applicando il limite dei 6volt/metro di meno della metà di quello applicato in Europa) il più cautelativo.
'Le reti 5G - specifica Arpae - saranno reti di reti, formate da più antenne ma con potenze di emissioni più basse. Per le caratteristiche peculiari della rete 5G tendenzialmente il numero delle antenne aumenterà, ma le celle di trasmissioni più piccole di quelle attuali, con conseguente diminuzione delle potenze necessarie per fornire i servizi necessari.
Nelle prime fasi di implementazione del 5G le antenne andranno ad aggiungersi agli altri sistemi (2G, 3G, 4G), già presenti, aumentando di fatto le emissioni complessive; tuttavia se il 5G soppianterà in parte o del tutto le altre tecnologie, si avrà una progressiva diminuzione dei livelli di campo elettromagnetico, in quanto, proprio per le caratteristiche sopra illustrate, l´uso di particolari antenne adattative fa sì che le emissioni derivanti dal sistema 5G siano inferiori e ottimizzate nello spazio.
Si avranno celle di copertura di dimensioni più piccole di quelle attualmente utilizzate per la telefonia cellulare, pertanto saranno necessarie potenze di emissione più basse di quelle attuali.
In ogni caso tutto ciò non potrà mai portare ad una crescita indiscriminata dei livelli di campo elettromagnetico, perché le Arpa verificano sempre che i progetti dei nuovi impianti, o di modifica di quelli esistenti, siano compatibili con i limiti normativi.
Gi.Ga.
Nel video di seguito le opinioni di alcuni consiglieri comunali (tra i quali il presidente della Commissione Seta - 5G Walter Stella sui dati emersi dalla commissione consiliare di martedì 1 settembre