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Affidi Minori, l'Ucman si corregge, caos di determine

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Lo scorso 30 agosto l'Unione Comuni area nord pubblica una determina che annulla l'affidamento della consulenza psichiatrica alla professionista già in carcere


Affidi Minori, l'Ucman si corregge, caos di determine
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A questo punto sarà il reparto operativo dei Carabinieri, che ieri, su disposizione della Procura di Modena, ha acquisito, presso il Comune di Mirandola, faldoni di documenti contenenti, tra gli altri, gli atti di affidamento di minori allontanati dalla loro famiglie, soprattutto a case famiglia e strutture di accoglienza (508 mila euro la cifra impegnata per il 2018 dall'unione dei Comuni area nord per la gestione di questo servizio), a fare luce sulle responsabilità legate ad eventuali anomalie. Partendo forse da quella delibera del 3 luglio scorso con cui si 'approvava l'integrazione del progetto di inserimento di un utente (una bambina di Mirandola allontanata dalla propria famiglia), del servizio minori presso una 'Comunità Famigliare attraverso l'attivazione di un percorso di psicoterapia, la cui necessità - si legge -era stata ravvisata in maniera condivisa ed integrata tra Servizio di Neuropsichiatria dell'Azienda Usl di Mirandola e Servizio Minori e Responsabilità Famigliari dell'Unione comuni area nord, con decorrenza 01/09/2019'

Con tale atto si rideterminava la retta giornaliera per l'inserimento dell'utente presso la Casa Famiglia 'Madamadorè' di Fornovo Val di Taro integrata per  17 euro giornalieri per l'attivazione, concertata con l’Azienda USL, del percorso di psicoterapia portandola dai 110€ giornalieri precedenti a 127 euro giornalieri, decorrenti dall'inizio della psicoterapia ovvero dall'1 settembre 2019'

Il problema che emerse subito, anche sul piano politico (con la segnalazione esposto del gruppo di Forza Italia nell'Unione dei Comuni), è che tale integrazione sarebbe andata a favore di una delle psicoterapeute (Bolognini), coinvolte nell'inchiesta Angeli e Demon avviata dalla procura di Reggio Emilia, e già in carcere, ai domiciliari, al momento dell'affidamento dell'integrazione.

Un aspetto non trascurabile che ha portato, sulla base dell'esposto, all'apertura di un 'filone modenese' dell'inchiesta con il coinvolgimento diretto della procura di Modena che nelle ultime ore ha disposto l'acquisizione di materiale presso il Comune capofila dell'Unione dei comuni area nord, e all'iscrizione nel registro degli indagati per possibile abuso di ufficio, di tre soggetti: la psicoterapeuta affidataria dell'integrazione, la responsabile della Casa di accoglienza Madamadorè e la responsabile del servizio presso l'Unione dei Comuni dell'Area nord, responsabile dell'affidamento.

L'Unione dei Comuni, emersa la denuncia sul piano politico e i potenziali effetti delle determina del 3 luglio, precisò che 'che quando scoppiò l'inchiesta dei Carabinieri venne revocato dall'Unione dei Comuni Modenesi Area Nord'

Fatto sta che si trattò di una dichiarazione a mezzo stampa nella quale si affermò un aspetto (la revoca dell'affidamento e dell'integrazione approvata con la delibera del 3 luglio, annullato da un atto del giorno precedente, 2 luglio), che nelle delibera del 3 luglio non veniva riportato. Anzi, come specifica la stessa determina dell'Ucman dello scorso 30 agosto, in quelle determina del 3 luglio l'integrazione beniva approvata, sena alcun riferimento al documento precedente del giorno prima, e tantomeno agli effetti dell'inchiesta giudiaziaria in corso. Tutti elementi che verranno invece inseriti nella determina del 30 agosto.

Nel tentativo di spiegare questa che a tutti gli effetti appariva come una contraddizione, nella stessa nota stampa di precisazione, l'Unione dei comuni affermò che la data del 3 luglio, riportata sulla determina, 'era stata posta in automatico dal sistema di gestione degli atti e si riferisce al momento della conclusione dell'intero procedimento con le operazioni contabili effettuate dal Servizio di Ragioneria. A tale atto però non è stata data alcuna esecuzione in quanto sospeso nei suoi effetti due soli giorni lavorativi dopo la notizia dell'inchiesta'

Allora delle due l'una: o era sbagliata la data per un errore materiale, ed allora doveva comunque esserci una precisazione ufficiale successiva sulla difformità (cosa che non c'è stata almeno fino al 30 agosto), o la data (3 luglio), era quella giusta, e l'atto confermava l'integrazione contestata, smentendo sua revoca dichiaratamente decisa con un atto (di cui non c'è traccia almeno nelle pubblicazioni), del giorno prima. Ipotesi possibile se vista alla luce della decisione della stessa Unione di procedere con un atto di revoca ufficiale della determina del 3 luglio, il 30 agosto. 

Uno dei tanti aspetti tecnici amministrativi, o semplicemente burocratici, su cui gli inquirenti faranno luce per definire eventuali responsabilità legati a possibili abusi, e facenti parte di un mare-magnum di affidamenti ed incarichi ad una quindicina di case famiglia e strutture protette (sono 14 quelle inserite nell'elenco dei soggetti accreditati e destinatarie della previsione di spesa da 508 mila euro che l'Unione dei Comuni area nord ha stanziato per il 2019.
I faldoni di documenti acquisiti ieri si sposterebbero fino al 2017.  In una rete che in uno dei suoi fili ha collegato direttamente l'inchiesta di Reggio ai territori modenesi in un area, quella comprendente i comuni dell'Area Nord, già al centro di una delle più terribili ed inquietanti inchieste giudiziarie (soprannominata Veleno), riguardanti i presunti 'pedofili satanisti' della Bassa.

Gi.Ga.


Redazione Pressa
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La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli. Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, ..   Continua >>


 
 
 
 


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