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Baggiovara-Policlinico: una anomalia modenese, con ancora tanti doppioni

Baggiovara-Policlinico: una anomalia modenese, con ancora tanti doppioni

Lo affermano in risposta alle domande de La Pressa il direttore generale dell'Azienda ospedaliera e il sindaco


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Quando, oltre vent’anni fa, chi scrive non aveva ancora i capelli bianchi e seguiva da cronista le vicende modenesi, il ministro della Sanità Rosy Bindi arrivò in visita ufficiale a Modena, e si stupì di fronte a una scelta di politica sanitaria che appariva già allora difficile da giustificare: partendo dal Policlinico cittadino, bastarono pochi minuti d’auto per trovarsi davanti al cantiere del nuovo Ospedale Civile di Baggiovara, un’altra struttura ospedaliera hub di dimensioni imponenti. Il ministero davanti a quella scena, non nascose il suo stupore, parlando apertamente di “anomalia” per non usare altra espressione non riproducibile, senza offesa per qualcuno. Una preoccupazione è la sua, che riguardava anche il fronte delle risorse necessarie per finanziare la realizzazione e la vita di un hub ospedaliero distante cinque chilometri dall'altro nello stesso comune capoluogo, in una provincia lunga circa 150 km dove le risorse già iniziavano a scarseggiare.Oggi, a distanza di due decenni e in occasione delle celebrazioni per i vent’anni dall’inaugurazione di Baggiovara, quelle parole risuonano più attuali che mai. Nonostante gli sforzi di integrare le funzioni delle due grandi strutture. Il sistema sanitario modenese continua infatti a scontare gli effetti di quella scelta.
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Due ospedali hub, due pronto soccorso a pochi chilometri di distanza, con 100.000 accessi complessivi l’anno divisi in due, percorsi clinici frammentati e vocazioni non pienamente definite.
Mentre a Modena città si programmava e si costruiva un sistema ospedaliero ridondante, molte risorse si concentravano proprio su Baggiovara, con effetti diretti sulla sanità della provincia. Da nord a sud. Da Fanano a Finale Emilia.

Luca Baldino (Direttore Generale Aou): “Una anomalia che dobbiamo risolvere'

A dirlo chiaramente, rispondendo alle nostre domande, è stato il direttore generale dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena, Luca Baldino, durante l’incontro con la stampa organizzato per l’anniversario di Baggiovara. 'È un’anomalia questa nostra azienda universitaria divisa su due presidi', ha affermato. 'Abbiamo 1.100 posti letto distribuiti tra due strutture che distano solo pochi chilometri. Ma soprattutto, abbiamo due pronto soccorso da 50.000 accessi ciascuno. Se ne avessimo uno solo con 100.000 accessi, non sarebbe nemmeno tra i più grandi d’Italia. Il problema è che, da letteratura, la divisione crea inefficienze, rischi per la sicurezza clinica e sprechi organizzativi'.
Baldino, di fatto ancora fresco di nomina, parla di questo fine problema più che mai attuale, nonostante sia evidente da almeno vent'anni.
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'La separazione tra Policlinico e Baggiovara non deve diventare un problema per il cittadino, ma deve essere affrontata e risolta all’interno dell’azienda, lavorando per una vera integrazione dei percorsi e una razionale distinzione delle vocazioni tra i due poli. In sanità, la complessità richiede concentrazione. La frammentazione è la vera nemica della sicurezza e della qualità', ha spiegato.

Mezzetti: “Troppi doppioni, ora serve razionalizzare”

Sulla stessa linea il sindaco di Modena, Massimo Mezzetti, che ha usato senza esitazioni la parola 'doppioni' per descrivere l’attuale assetto sanitario della città. 'Dobbiamo affrontare una riflessione seria su ciò che abbiamo costruito – ha detto – senza difendere per principio tutto l’esistente. Non si tratta di tagliare l’offerta, ma di razionalizzarla, di renderla più efficace e distribuita nel territorio'.
Mezzetti ha sottolineato che la città è pronta a fare la sua parte, anche in un’ottica metropolitana: 'Difendere le duplicazioni per motivi politici o campanilistici – ha detto – significa, nei fatti, penalizzare i distretti della provincia. Invece dobbiamo costruire una strategia sanitaria condivisa che non riduca i servizi, ma li renda davvero fruibili e coerenti con i bisogni reali'.
 

La sanità modenese ancora ad un bivio

Dalle parole di Baldino e Mezzetti emerge una volontà chiara: quella di superare un modello che ha contribuito negli anni a concentrare una mole straordinaria di risorse su due ospedali vicinissimi, lasciando il resto del territorio con una sanità indebolita, soprattutto nell’ambito dell’emergenza-urgenza.
'Non ci sono ancora decisioni operative', ha precisato Baldino, 'ma tutti riconosciamo che questa anomalia modenese va risolta.
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La sfida è organizzativa e culturale, e deve essere condivisa da professionisti, istituzioni e cittadini'.
A vent’anni dall’inaugurazione del nuovo ospedale di Baggiovara, Modena si trova dunque ancora a un bivio strategico: continuare con un modello costoso e inefficiente, oppure integrare, semplificare, specializzare, restituendo equilibrio a tutto il sistema provinciale. Non una riduzione dell’offerta, ma un suo ripensamento profondo, con una visione meno centralizzata e attenta al resto del territorio.Gi.Ga.

Nella foto da sinistra Luca Baldino, Direttore Generale Azienda Ospedaliero Universitaria Modena, e il sindaco Massimo Mezzetti nel corso della presentazione dell'iniziative celebrative per i vent'anni dell'ospedale civile Baggiovara
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Nato a Modena nel 1969, svolge la professione di giornalista dal 1995. E’ stato direttore di Telemodena, giornalista radiofonico (Modena Radio City, corrispondente Radio 24) e consigliere Corecom (C...   

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