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Persistono le criticità legate alla carenza di personale al reparto di ostetricia dell'ospedale di Carpi. Per farvi fronte, già nel 2022 l'Ausl aveva fatto ricorso ad affidamenti a cooperative esterne fornitrici di medici a gettone. Con costi elevatissimi. Circa 1400 euro a turno, più di quattro volte quello pagato ad un medico assunto in azienda. Nel 2022 il ricorso alla somministrazione di personale esterno da parte di cooperative, praticato anche per l'ostetricia dell'ospedale di Mirandola, non evitò per quest'ultimo la chiusura del locale punto nascita. Tra le motivazioni della richiesta di chiusura avanzata dalla commisione sanitaria della regione Emilia-Romagna e sancite dall'Ausl nelle motivazioni dello stop al reparto, c'erano anche le criticità legate all'affidamento del servizio a personale medico a gettone. Criticità legate ai costi elevati ma anche alla difficoltà nell'amalgamare professionisti esterni con professionisti interni.
Con risultati inferiori in termini di efficienza. Criticità evidenziate successivamente anche dall'Assessore regionale alla sanità Raffaele Donini che ha posto la fine del 2023 come la fine anche del ricorso a medici gettonisti. Un appello che però si scontra oggi nei fatti con la decisione dell'Ausl di rinnovare, su richiesta del Primario del reparto di ostetricia e ginecologia dell’Ospedale di Carpi, il contratto da 6 mesi stipulato a febbraio 2023 per la fornitura di personale esterno, con la società cooperativa C.M.P. Global Medical Division di Modena, per servizi ospedalieri di ostetricia. Da settembre 2023 fino a marzo 2024. Per un importo esente Iva da 401.000 euro, con turni da 1.690 euro l'uno. Nel dettaglio, circa 237 turni che divisi per 6 mesi fanno 39 turni al mese, praticamente uno al giorno. Cifre importanti, tantopiù alla luce di un buco di bilancio altrettanto importante ed allarmante nella sanità modenese, ma soprattutto in virtù della volontà della Regione di frenare se non bloccare il ricorso all'afffidamento all'esterno di servizi ospedalieri pubblici. Senza considerare che si tratta comunque di una gestione emergenziale di un servizio ospedaliero importante anche in termini di bacino di utenza, dopo la chiusura del punto nascita di Mirandola.
L'atto dell'Ausl che rinnova per sei mesi l'affidamento esterno prevede comunque, in caso di mutamento delle esigenze di svolgimento dei servizi di assistenza medica, la possibilità di ridurre i quantitativi delle prestazioni richieste, anche oltre il limite del 20%, fino a sospendere, anche definitivamente, lo svolgimento dei servizi”. In sostanza l'azienda ha acquistato un carnet di turni ma non è detto che dovrà utilizzarli tutti riservandosi di pagare solo quelli effettivamente richiesti e garantiti.
Si vedrà se al marzo 2024 l'emergenza sarà rientrata e, in caso contrario, se ci sarà ancora l'intenzione di procedere con un nuovo bando per l'affidamento all'esterno di servizi, in contrasto di fatto con le indicazioni della sanità regionale. Posto che non si ripeta quanto è successo a Mirandola dove nemmeno il ricorso a medici esterni ha consentito di compensare la sempre più estesa carenza di personale medico ed infermieristico in struttura. Elemento che ha costituito la motivazione ufficiale fondante dalla richiesta di fermare il servizio. A tempo ndeterminato.
Gianni Galeotti
Redazione Pressa
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