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Cellulare a scuola, restrizioni e sanzioni, ma al Barozzi si punta all'educazione

Cellulare a scuola, restrizioni e sanzioni, ma al Barozzi si punta all'educazione

La dirigente dell'Istituto Marchesini: 'Coinvolgimento e ruolo delle famiglie fondamentale'


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La via del nuovo anno scolastico è alle porte. Banco di prova anche per le regole più restrittive rispetto all'uso, anzi al divieto di uso, del cellulare. All'istituto Barozzi di Modena, uno dei più grandi della provincia - spiega la dirigente Lorella Marchesini con la quale abbiamo parlato di questo tema a margine della presentazione dei cantieri della scuola - l'approccio sarà soft e le regole sulla limitazione nell'uso degli smartphone, non cambieranno molto rispetto a quanto già era in vigore lo scorso anno.
'Il divieto era già previsto nel regolamento — spiega la dirigente — ma ora lo abbiamo esteso a tutto l’orario scolastico. I cellulari, se portati a scuola, devono rimanere spenti e riposti negli zaini, anche durante gli intervalli'.La linea è chiara: privilegiare l'aspetto educativo e preventivo. Il regolamento sarà aggiornato formalmente, ma più delle sanzioni, la preside insiste sull’importanza del coinvolgimento delle famiglie.
“Il principale agente educativo resta la famiglia. È fondamentale che i genitori spieghino ai figli cosa si va a fare a scuola e perché non è utile usare il telefono?' Se un ragazzo è recidivo? - chiediamo. 'Significa che c’è un problema più profondo: o non rispetta le regole o c’è una forma di dipendenza.
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In ogni caso un problema da affrontare, con la famiglia prima di tutto. In questi casi, il ritiro del cellulare sarà l’ultima risorsa, non la prima'.Sull'ipotesi di ritirarli preventivamente e custodirli in spazi protetti, lontano dagli studenti? 'Oggi uno smartphone non è solo un oggetto: è una parte della vita di una persona. Contiene dati, foto, contatti, relazioni. Per questo il ritiro è una misura delicata, da adottare solo quando l’educazione ha fallito'. Per affrontare situazioni più complesse, l’istituto ha previsto anche il supporto di uno psicologo scolastico, che potrà aiutare gli studenti a intraprendere un percorso di consapevolezza e — se necessario — di 'distacco' dal dispositivo.
Un approccio che si distacca dalla logica del divieto a tutti i costi e che punta su dialogo, responsabilità condivisa e prevenzione. 'La cosa più importante è la persuasione', conclude la dirigente, con la speranza che, attraverso la collaborazione tra scuola e famiglia, i casi di abuso del cellulare diventino sempre più rari.
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Nato a Modena nel 1969, svolge la professione di giornalista dal 1995. E’ stato direttore di Telemodena, giornalista radiofonico (Modena Radio City, corrispondente Radio 24) e consigliere Corecom (C...   

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