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La Corte Suprema degli Stati Uniti ha abolito la storica sentenza ‘Roe vs. Wade’, con cui nel 1973 la stessa Corte aveva legalizzato l’aborto negli Usa.
Ora quindi i singoli Stati saranno liberi di applicare le loro leggi in materia. Si torna agli anni precedenti alla sentenza, quando l'aborto negli Usa era disciplinato da ciascuno Stato. In oltre la metà l'aborto era considerato reato, quindi non poteva essere praticato in nessun caso. In oltre 10 Stati era legale solo se costituiva pericolo per la donna, in caso di stupro, incesto o malformazioni fetali.
L’ex presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha commentato su Twitter la decisione del massimo organo giuridico americano: “Oggi, la Corte Suprema non solo ha rovesciato quasi 50 anni di precedenti, ma ha relegato la più intensamente personale delle decisioni che una persona possa prendere ai capricci di politici e ideologi, attaccando le libetà essenziali di milioni di americani”.
“Oggi è una giornata bruttissima. Avevamo sempre pensato che i diritti delle donne potessero progredire e invece purtroppo non è così. I diritti delle donne non sono garantiti per sempre“. Così la deputata Lia Quartapelle, interpellata dalla Dire, commenta la notizia dell’annullamento, da parte della Corte Suprema statunitense, della sentenza che da 50 anni garantisce alle donne americane il diritto ad abortire. “Questo però – aggiunge la responsabile Esteri dem – non ci toglie la voglia di combattere, dagli Stati Uniti all’Afghanistan, anzi la rafforza”.
“La decisione della Corte Suprema degli Stati Uniti di oggi ci riporta direttamente al secolo scorso. Un giorno triste per tutti. Soprattutto per tutte le donne. È grave che ci sia qualcuno in Italia che sta esultando per una decisione che fa perdere tutele e diritti alle donne. Ed è ancora più triste che sia un uomo a dire cosa è giusto per le donne“. Così la presidente dei senatori del Pd Simona Malpezzi.
Redazione Pressa
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