Rettorato: il passaggio formale da Porro a Cucchiara, prima donna alla guida di Unimore
Dopo l'elezione dell'estate scorsa, cerimonia solenne all'aula Magna del Centro Servizi dell'Università
Dopo l'elezione dell'estate scorsa, cerimonia solenne all'aula Magna del Centro Servizi dell'Università
Tutto ciò che veste e definisce anche nelle forme e nel cerimoniale del mondo accademico la figura del Rettore è passato dall'essere indossato da Carlo Adolfo Porro a Rita Cucchiara prima donna alla guida di Unimore. A lei, dalle mani del Rettore uscente, anche le chiavi del rettorato.
Una cerimonia ufficiale seguita da una platea di autorità accademiche civili, politiche ed istituzionali che hanno accompagnato con un lungo applauso il passaggio.
Inizia quindi oggi l'era da Rettore di Rita Cucchiara, decennale esperienza docente di Sistemi di elaborazione delle informazioni al Dipartimento di Ingegneria “Enzo Ferrari”.La cerimonia, iniziata con l'ingresso del rettore uscente e della Prof. Cucchiara, è stata aperta dal Rettore Porro, in toga rettorale, con un intervento di sintesi sui sei anni del suo mandato, iniziato nel 2019. Un periodo attraversato da sfide complesse (la pandemia da Covid-19 in primis) e da un forte impegno nel rafforzamento e valorizzazione dell’Ateneo sul piano del personale e delle infrastrutture, nella crescita dei corsi di studio, nell’attrazione di risorse per la ricerca e la didattica innovativa e da una costante attenzione alla componente studentesca, al rapporto con le città e i territori e alla dimensione comunitaria della vita universitaria.
Al termine dell’intervento, il Rettore ha consegnato simbolicamente toga, tocco, sigillo dell'ateneo e chiavi a Rita Cucchiara per l’avvio del nuovo mandato sessennale 2025/2031. “Assumere la guida di un’istituzione storica come l’Università di Modena e Reggio Emilia – ha affermato il neo Rettore Rita Cucchiara - è per me un grande onore e motivo di profondo orgoglio. Servire un Ateneo che da oltre otto secoli trasmette conoscenza e valori civili come democrazia, etica, pace e inclusione significa contribuire a costruire il futuro.
Proprio in questo senso, il mio impegno sarà quello di innovare per tramandare, con una ricerca di impatto, cooperazioni internazionali e una didattica capace di attrarre nuove generazioni, accompagnandole attraverso modelli efficaci di orientamento, di tutoraggio e di ascolto, per ridurre gli abbandoni e favorire il conseguimento dei titoli.
Credo nella collaborazione con le città, con il tessuto economico e sociale, nella forza della sinergia tra discipline e persone e in una organizzazione moderna, proattiva e nativamente digitale. Voglio un Ateneo aperto, armonioso e solidale, in cui ognuno e ognuna si senta parte di un progetto comune: creare valore pubblico attraverso conoscenza, innovazione e responsabilità condivisa.”“Concludere un mandato – ha commentato il Rettore uscente Carlo Adolfo Porro - significa consegnare un’eredità che appartiene a tutta la comunità universitaria. Sei anni intensi, attraversati da sfide inedite e inattese e da una profonda trasformazione del nostro Ateneo, mi hanno permesso di toccare con mano la forza, la competenza e l’umanità che abitano Unimore. Ho visto crescere una comunità multidisciplinare capace di reagire alle difficoltà e cogliere le opportunità, di innovare e di mettere la conoscenza al servizio del bene comune.Porto con me la gratitudine per le persone che ogni giorno rendono viva l’Università: docenti, personale tecnico-amministrativo, studenti, ricercatrici e ricercatori, insieme a chi collabora con noi nelle istituzioni e nel territorio. A tutti loro va il mio ringraziamento più sincero per l’impegno, l’abnegazione e la fiducia che hanno reso possibile questo cammino.
L’Università vive di continuità e di rinnovamento, di memoria e di slancio. Oggi affido il testimone alla Rettrice Rita Cucchiara, certo che guiderà Unimore con energia e sensibilità. La nostra comunità saprà accompagnarla, come ha fatto con me, in questo nuovo tratto di strada, con lo stesso spirito di responsabilità e di appartenenza che è la vera ricchezza del nostro Ateneo”.
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