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One brain, one health: un cervello, una salute. Nuove frontiere della neurofarmacologia

One brain, one health: un cervello, una salute. Nuove frontiere della neurofarmacologia

Le patologie neurovegetative e le cefalee rappresentano due delle principali sfide per la medicina contemporanea


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'One brain, one health: un cervello, una salute. Nuove frontiere della neurofarmacologia'. È il titolo del congresso di rilievo internazionale che si è tenuto a Modena il 29 e 30 settembre 2025 presso il Raffaello Hotel di strada Cognento a Modena. L’evento è stato organizzato dal gruppo Farmacologia e Tossicologia dell’Unimore - guidato dalla dottoressa Simona Guerzoni (nella fotografia) e dai prof Luca Pani e Fabio Tascedda - proponendosi un confronto scientifico partendo dalle patologie neurovegetative fino ad arrivare alla cefalea. Si tratta di una materia estremamente articolata che unisce ricerca di base, pratica clinica e impatto socio-sanitario.
A questo riguardo va detto che le patologie neurovegetative e le cefalee rappresentano due delle principali sfide per la medicina contemporanea, trattandosi di malattie complicate con necessità terapeutiche ancora in parte insoddisfatte, le quali hanno notevoli implicazioni economiche e perfino etiche.
L’obiettivo del congresso è di identificare - attraverso strumenti innovativi, quali i biomarcatori, l’analisi molecolare e l’utilizzo dell’intelligenza artificiale - un percorso farmacologico indirizzato al sistema nervoso centrale: un luogo in cui neurologia e psichiatria sono sovente interconnesse, donde la denominazione di questo congresso scientifico, che vuole un cervello in salute per una società in salute.
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Data l’estrema complessità dell’argomento abbiamo chiesto alla dottoressa Simona Guerzoni di commentare alcune nostre osservazioni molto semplici e concrete.
 

Neurologia, psichiatria e cefalee

'Sembrano tre ambiti completamente diversi, ma in realtà sono delle discipline che si intersecano tra di loro. In particolare le cefalee sono una patologia neurologica tra le prime e più invalidanti, specie nel caso di donne in età fertile tra i 30 e i 50 anni. Si pensi che un 16% della popolazione mondiale soffre di cefalea, particolarmente di emicrania.
In questo congresso abbiamo costatato quanto molto spesso il paziente cefalagico che soffre di mal di testa ha anche dei sintomi ansiosi e depressivi: si tratta di una comorbidità che spesso confina con disabilità e invalidità. Da qui l’importanza di trattamenti farmacologici che possano essere combinati sia per l'una che per l'altra patologia' - spiega la dottoressa.

Normalità e follia

'Qui, devo dire, che esiste un limite molto personale, soprattutto rapportato al mondo reale. Ciò, al punto che diventa difficile persino definire la parola follia all'interno di contesti psichiatrici. Infatti, ci rapportiamo spesso ad una normalità che a noi sembra normale, ma che in realtà supera quel limite che magari una volta veniva definita follia e che veniva accolta in quelli che erano le case dedicate, i manicomi.
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Per non parlare della difficoltà di gestire questi pazienti a causa della mancanza di risorse economiche e strutturali'.

La cefalea

'Si tratta di una malattia neurologica, che ha assolutamente tutte le caratteristiche neurologiche; è una patologia a tutti gli effetti, la quale ha una fisiopatologia centrale con sintomi neurovegetativi molto importanti, i quali molto spesso sono molto più invalidanti del dolore stesso della cefalea'.

La A.I.

'Ieri abbiamo affrontato un'intera sessione su questo argomento, argomento che sarà il nostro futuro, ma non un futuro tardissimo. Il professor Pani ci ha dimostrato che già nel 2027-2028 l'intelligenza artificiale regnerà non solo all'interno delle nostre decisioni terapeutiche, ma anche nelle diagnosi cliniche e nei trattamenti farmacologici. Dovremo diventare bravi per imparare ad utilizzarla e a sfruttare quello che è di positivo ci può dare questa nuova tecnologia'.
Vittorio Cajò
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