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Fare lavorare i richiedenti asilo: a 7 anni dall'avvio dei Cas il primo progetto

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Presentato questa mattina in prefettura Mod-In, progetto per l'inserimento lavorativo degli stranieri con protezione speciali nelle aziende. La fase sperimentale coinvolge 10 soggetti. Entro giugno un protocollo sul modello da seguire


Fare lavorare i richiedenti asilo: a 7 anni dall'avvio dei Cas il primo progetto
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Dopo sette anni dall'avvio del modello di accoglienza degli stranieri richiedenti asilo basato sui Cas, Centri Accoglienza Straordinaria, adottato nel 2017 dall'allora ministro Minniti per rispondere al boom di sbarchi, prende il via a Modena, in via sperimentale, un progetto per la selezione e l'inserimento al lavoro di stranieri coinvolti o in uscita dai percorsi di accoglienza.

Prende forma  Modena, di fatto grazie alla 'determinazione' del sindaco Giancarlo Muzzarelli che tra mille difficoltà e inghippi burocratici e normativi propone da anni meccanismi per fare lavorare nel periodo dell'accoglienza gli stranieri richjedeni asilo, “Mod-In, Modena Include”. Il progetto per l’inserimento nel mondo del lavoro di migranti titolari o richiedenti protezione internazionale in uscita dal sistema dell’accoglienza straordinaria o integrata. Il progetto vede capofila la Prefettura di Modena unitamente al Comune di Modena e alle cooperative sociali Dimora d’Abramo e Gulliver ed è finanziato dal Ministero dell’Interno nell’ambito del Fami, Fondo Asilo Immigrazione 2014-2020.  

Questa mattina la presentazione dei primi risultati del progetto partito un anno fa, ancora in fase sperimentale, che fino ad ora ha coinvolto dieci titolari di protezione internazionale, di cui tre per ora inseriti al lavoro (due cittadini afghani in Seta nell'officina magazzino bus e una donna ghanese nel centro produzione pasti Cir Food di Pavullo). Il progetto, oltre agli enti locali, promuove anche il coinvolgimento delle imprese. 

L’obiettivo è realizzare un sistema di rete in grado di accompagnare le persone titolari di protezione internazionale, o richiedenti, che escono dai Centri di accoglienza Cas e Sai, verso l’autonomia e l’inclusione socio-lavorativa, puntando a superare ostacoli di tipo burocratico o culturale.

Per mettere a punto un percorso efficace, attento da una parte a snellire le pratiche amministrative risolvendo anche questioni concrete (come il rilascio del permesso di soggiorno, del codice fiscale o l’apertura di un conto corrente) e dall’altra ad individuare e sostenere persone motivate su cui investire. 

Alla domanda sul perché sia dovuto passare tanto tempo per arrivare ad un progetto di questo tipo, il sindaco risponde: 'Le ragioni sono tante e forse non è la sede opportuna per esprimerle nei giusti termini, sta di fatto che se i governi hanno normative che escludono e non includono, diventa tutto più complicato'.

Il progetto prevede che entro il 30 giugno il tavolo operativo sul progetto definisca un modello operativo che sarà formalizzato in un protocollo di intesa.
Nel Tavolo operativo si incrociano anche le richieste e necessità delle imprese e i profili delle persone in accoglienza, cercando appunto di valorizzare le possibilità di occupazione esistenti, definire le necessità formative e fluidificare i passaggi burocratici.

Nella fase di avvio del progetto gli operatori di Gulliver hanno mappato e raggiunto e 250 realtà imprenditoriali del territorio. “Chi cerca trova…e include” è il claim della campagna di comunicazione che sta partendo in questi giorni per coinvolgere quante più aziende possibile nel progetto Mod-In rispondendo al bisogno occupazionale del territorio.

Messaggi e contenuti del progetto Mod-In Modena Include, a cui è dedicato anche il sito internet comune.modena.it/modenainclude, viaggeranno attraverso locandine e opuscoli informativi diffusi nelle sedi di associazioni datoriali e di categoria, manifesti e il social Linkedin.

Redazione Pressa
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