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“744 morti premature ogni anno in provincia di Modena a causa del PM 2.5. I nuovi dati sullo smog dell’Agenzia Europea per l’Ambiente tornano a confermare la situazione di rischio ambientale e sanitario in cui versano la Pianura Padana e tante città e aree del Paese, non solo al Nord, che rimane comunque l’area più colpita e tra le più inquinate. L’Agenzia Europea per l’Ambiente (AEA) ha stimato per il 2018 59.500 decessi in Italia legati agli inquinanti atmosferici collegati al Pm 2,5. A queste morti premature si aggiungono 21.600 da NOx, 3.000 da ozono. Questo livello di mortalità, cui si aggiunge la cosiddetta morbilità (ospedalizzazioni e malattie varie), è peggiore rispetto ad altri Paesi confinanti come Francia, Spagna e Germania, in particolare in proporzione alla popolazione e ai decessi totali”.
Lo affermano in una nota i parlamentari del Movimento 5 Stelle Maria Laura Mantovani, Gabriele Lanzi, Stefania Ascari e il sottosegretario Vittorio Ferraresi.
“Guardando in dettaglio i dati forniti dall’AEA sul Pm 2.5, si evince che quasi la metà dei decessi, oltre 24mila, avviene nel bacino padano; questa che potremmo definire quasi una pandemia silenziosa va combattuta con celerità e strumenti adeguati, alla stregua di quella drammatica da coronavirus” proseguono i pentastellati.
“Per la provincia di Modena parliamo di una incidenza di morti pari a 105,29 (foto sopra) l’anno secondo i dati dell’Agenzia Europea dell’Ambiente che stima 744 morti causati da Pm. 25 ogni 100.000 abitanti” spiegano i parlamentari del Movimento 5 Stelle.
“Il Movimento 5 stelle e il ministro Costa hanno già messo in campo strumenti e risorse importanti, e non a caso il Recovery Plan tra poco all’esame delle Camere pone un’attenzione particolare alla lotta all’inquinamento atmosferico. Durante il confronto parlamentare faremo di tutto per potenziare e accelerare le misure utili a ridurre la pressione dell’inquinamento atmosferico, a far respirare le città e a tutelare la salute dei cittadini” concludono Mantovani, Lanzi, Ascari e Ferraresi.
Redazione Pressa
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