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Tre medici, di cui due specializzandi, hanno accettato in queste ore l'incarico temporaneo per gestire servizi di assistenza primaria nel distretto sanitario e nel comune di Mirandola. Continueranno a fornire assistenza primaria a migliaia di persone garantendo il lavoro dei colleghi che li hanno preceduti, anch'essi legati all'azienda Usl da contratti a termine. Dopo il massiccio ricorso, ancora in essere per l'ospedale di Mirandola, a medici a gettone per il Pronto Soccorso, il continuo ricorso a medici con contratto a tempo determinato, anche solo della durata di tre mesi, non rappresenta un buon segnale. Soprattutto ricordando che il punto nascite di Mirandola è stato chiuso dalla Regione (anche se ufficialmente sospeso a tempo determinato), per carenza di personale.
Una carenza di personale che si registra, anche nella rete territoriale di assistenza primaria che dovrebbe accompagnare l'introduzione dei Cau, i centri che dovrebbero sgravare i Pronto Soccorso di quelle urgenze a livelli di codici bianchi e verdi che saranno gestiti con servizi di base e territoriale. Un problema, quello della carenza di personale medico che fugge anziché approdare nel pubblico, che sembra non avere soluzione. Almeno nell'immediato. Anche perchè 'la prima parte delle procedure regionali previste per la copertura delle zone carenti di assistenza primaria ad attività oraria per l’anno 2023, espletata nel mese di luglio ha dato esito negativo' - si legge in premessa del documento Ausl con cui si approva ai nuovi contratti, con scadenza all'ottobre 2023 (per due unità) e dicembre 2023. Un altro contratto di questo tipo è attivato a Castelfranco Emilia.
In sostanza, se nulla si sbloccherà a livello regionale sul fronte del reperimento di personale a tempo indeterminato, a ottobre e a dicembre la situazione sarà nuovamente azzerata. Quantomeno a Mirandola è, in queste ore, a Castelfranco. E qui che sorge il dubbio di dove e come potrà funzionare la rete dell'assistenza di base e quella funzionale ai Cau con una tale carenza dei medici. Che aumenterà nell'ambito dell'emergenza urgenza nel momento in cui, a metà tra questo e l'anno nuovo, scadranno i contratti dei medici a gettone dell'emergenza-urgenza. Una emergenza nell'emergenza che come già altre volte ribadito rischia di rendere ancora più difficile la rivoluzione prospettata dei Cau. Una riorganizzazione che, stando al precedente di questi giorni dell'ausl di Bologna, con tanto di elenco di pronto soccorso da sostituire o da riconvertire in Cau (da subito Budrio e Vergato), dovrebbe arrivare in termini di proposta, nelle prossime settimane, anche dall'Ausl di Modena.
Gi.Ga.
Redazione Pressa
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