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'Se analizziamo i dati di mortalità specifici per influenza che l’Istat fornisce ogni anno in Italia, i decessi 'per' influenza sono qualche centinaio. Il motivo principale è che spesso il virus influenzale aggrava le condizioni già compromesse di pazienti affetti da altre patologie (per esempio respiratorie o cardiovascolari) fino a provocarne il decesso. In questi casi spesso il virus influenzale non viene identificato o perché non ricercato o perché il decesso viene attribuito a polmoniti generiche.
Per questo motivo diversi studi pubblicati utilizzano differenti metodi statistici per la stima della mortalità per influenza e per le sue complicanze. È grazie a queste metodologie che si arriva ad attribuire mediamente 8000 decessi per influenza e le sue complicanze ogni anno in Italia'
'L’Istat ogni anno codifica tutti i certificati di morte, compresa l’influenza, e ne attribuisce la causa principale, un processo che richiede per rendere disponibili i dati di mortalità per specifica causa mediamente un periodo di due anni'
Riportiamo integralmente queste righe, che abbiamo estratto dal sito dell'Istituto Superiore di Sanità e relative all'analisi della mortalità derivata (in modo più o meno diretto), dall'influenza, per provare a dipanare, nel nostro piccolo, da semplici osservatori e raccoglitori di informazioni, l'ormai eterno dilemma, fonte di accuse e di ipotesi quotidiane, di scenari complottistici, riguardante la distinzione tra morti 'con' covid e 'per' covid. Semplicemente perché il ragionamento di fondo nella classificazione dei decessi 'per' e 'con' è lo stesso, sia per l'influenza sia per il Covid. Se non con una grande differenza, ovvero che l'influenza, anche quando sfocia in sintomi gravi, a differenza del covid, non viene (come specifica lo stesso Iss) ricercata.
Anche solo quest'ultimo aspetto fa dedurre che se il virus dell'influenza fosse stato accertato negli anni scorsi e fosse accertato oggi (come viene fatto per chiari motivi in relazione al Covid), in tutti i soggetti che presentano anche solo i sintomi influenzali, o effetti gravi derivanti da altre patologie che conducono poi al decesso, forse si andrebbe addirittura oltre a quello degli 8000 casi annui di morti certificati dall'Istituto Superiore di Sanità per influenza. Forse non gli oltre 46.000 deceduti ad oggi in Italia dall'inizio della pandemia risutati positivi al Covid, ma comunque migliaia in più.
In un articolo pubblicato nei giorni scorsi, basato su alcune informazioni fornite dall'Ausl rispetto alla classificazione dei deceduti causa Covid (quelli che per intenderci ogni giorno alimentano i bollettini quotidiani di positivi e decessi), avevamo evidenziato come i decessi riportati fossero riferiti a persone risultate positive al Covid. In questa categoria rientrano anche tutte le persone che vengono ricoverate in ospedale con quadri clinici anche gravi dovuti anche ad altre patologie e che risultano positive al tampone obbligatorio. Può essere, come è stato, anche per una persona con un tumore in stato in terminale, il cui quadro clinico è peggiorato e risultata, al momento del ricovero, positiva al Covid. In questo caso non è escluso che il Covid possa essere la causa diretta della morte, inserendosi in un quadro clinico già grave, ma non è escluso nemmeno il contrario. Nonostante questo quella persona deceduta viene inserita nell'elenco delle persone decedute per Covid. Anche se sarebbe più giusto dire ciò che è. Persona deceduta positiva al Covid. Che come tale era già stata comunque presa in carico, anche fuori dalla struttura ospedaliera, come paziente Covid.
Nel dettaglio, per ognuna delle persone decedute inserite nei bollettini quotidiani, viene confermato anche se non direttamente che non si sa se il covid sia causa diretta ed unica della morte o il covid, così come fa l'influenza, abbia aggravato, portando alle estreme conseguenze, un quadro clinico critico dovuta alla conpresenza del covid con altre patologie (quadro spesso tipico nella quasi totalità dei soggetti anziani). E questo non per un complotto e volontà di generare allarme, e tantopiù dati falsati, ma semplicemente perché, in tempo reale, giorno per giorno quel dato scorporato non è possibile averlo. Ed è lo stesso Istituto Superiore della Sanità a confermarlo quando scrive in relazione all'influenza che decessi per l'influenza non sono disponibili in tempo reale.
Una statistica precisa in questo ambito è infatti quella che non ci può venire fornita quotidianamente ma solo dopo mesi (fino a due anni), ovvero dopo l'elaborazione delle singole cartelle cliniche e dei certificati di morte. Cosa che avviene per l'influenza, arrivando a depurare quel dato complessivo degli 8000, e avviene per il Covid. Ovvero, solo a distanza di mesi quel dato generale delle morti che ogni giorno pubblichiamo insieme ai bollettini per Covid, viene scorporato, evidenziando la percentuale dei deceduti positivi al Covid che presentavano, insieme alla malattia da covid, un quadro clinico comprendente anche altre patologie gravi. Purtroppo ciò non toglie nulla alla gravità della situazione provocata dalla presenza del virus per il quale non c'è vaccino, ma serve solo ad inquadrarla, nei suoi reali effetti, nella giusta dimensione.
Una dimensione in cui dobbiamo inquadrare ogni giorno i dati forniti, per evitare di cadere nell'errore o, peggio, nel pregiudizio
Gi.Ga.