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Stando alle parole del Ministro dell'Interno Lamorgese, pronunciate due giorni fa a Modena, nessuno degli oltre 8000 migranti sbarcati da inizio anno (sugli oltre 20.000 totali), che hanno dichiarato la loro nazionalità tunisina potranno vedersi riconoscere il diritto di asilo, quindi la protezione umanitaria, quindi il permesso di soggiorno e la possibilità di rimanere in Italia. Dove già sono. Perché la Tunisia - ha spiegato il ministro - è considerato un paese sicuro, un paese dal quale, di base, non c'è bisogno di scappare. Ed è così che oltre agli obblighi della quarantena imposta ai migranti considerati a rischio c'è il problema di come gestire ed accogliere, sul territorio, persone che sul territorio sono sbarcate clandestinamente non hanno diritto di rimanere. Perché questo è ciò che dice la legge applicata fino ad ora da governi di centro sinistra e di centro destra.
Al di la della variante del blocco degli sbarchi imposto dall'ex Ministro Salvini che pur non accompagnato da una efficace politica di rimpatri, aveva portato ad un crollo verticale, nel 2019, degli arrivi clandestini.
I dati parlano chiaro: al 9 settembre erano 20122 i migranti sbarcati sulle coste italiane, 4 volte tanto quelli sbarcati nel 2019 e poco meno dei 20322 sbarcati nel 2018. Tanti da fare prevedere che nel giro di pochi giorni si arriverà a quel sorpasso rispetto ai numeri (già considerati molto alti), del 2018, facendo prevedere un nuovo record al termine del 2020. Un sorpasso, anzi un doppiaggio, già registrato nei dati di luglio e agosto. A luglio i i 7067 stranieri sbarcati rappresentano più del triplo di quelli arrivati nel 2018 e 7 volte tanto quelli sbarcati nel 2019. Un picco confermato anche in agosto con 5326 nuovi arrivi rispetto ai 1531 del 2018.
Degli oltre 20.000 già sbarcati nel 2020 circa il 40% hanno dichiarato nazionalità tunisina e, per questo, non avrebbero possibilità di ottenere asilo. Persone che andrebbero teoricamente rimpatriate, ma che è difficile, se non impossibile, rimpatriare. Sarebbe inoltre alquanto anomalo inserire le stesse in percorsi di accoglienza territoriale gestiti dalle prefetture (in provincia di Modena sono 1500 quelli accolti in deroga dalle cooperative sociali attualmente con una spesa di circa 9 milioni di euro per sei mesi), della durata di oltre un anno sapendo che davanti alla commissione la richiesta di asilo sarebbe respinta. Come lo è stato negli ultimi anni, in media, per più della metà dei richiedenti asilo.
Ed ecco che nell'attesa e nella contestuale esigenza di liberare i centri di accoglienza di primo arrivo, si è provveduto al noleggio della navi. Con un altra ingente spesa a carico dello Stato.
In base all'avviso del ministero dei Trasporti del 13 luglio in scadenza il 16 luglio scorso, una nave destinata ad accogliere i migranti sbarcati sulle coste italiane, utili per svuotare gli Hot-spot e gestire la quarantena dei nuovi arrivati, costerà circa 4.037.475 euro, oltre Iva, per i 101 giorni di esecuzione dell'appalto. Tale costo è costituito 'da un corrispettivo a corpo ed uno a misura'. Il 'corrispettivo a corpo tutto compreso' si riferisce al noleggio della nave, che 'dovrà stazionare in rada e potrà essere chiamata a spostamenti sulla base di esigenze connaturate al servizio prestato'.
Il 'corrispettivo a misura' si riferisce al numero di migranti, può variare e ha come parametro 285 persone, di cui 250 migranti, per un periodo di 101 giorni, fino al 31 ottobre 2020. Il corrispettivo a corpo', ovvero il noleggio della nave, coata 3.030.000 euro; il corrispettivo 'a misura' ammonta a 1.007.475 euro oltre Iva.
I numeri diffusi dall'Agi nei giorni scorsi danno già di per sé la misura di una nuova emergenza, anzi di un nuovo picco di emergenza che non accenana a rientrare.
Gi.Ga.