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Le amministrazioni pubbliche hanno fatto poco o nulla anche di quanto era possibile fare, per contrastare l’inquinamento atmosferico, vero e proprio incubo a Modena ed in Emilia Romagna, anche di questo inizio del 2020. Misure inserite nel pacchetto chiamato 'Liberiamo l'aria' la cui inefficacia, confermata negli anni, non solo non ha risolto il problema ma ha creato danni erariali e alla salute enormi per i cittadini. Quantificabili, sulla base dei parametri calcolati dall'Unione Europea (che ha già sanzionato l'Italia per i superamenti dei limiti), declinati sulla realtà emiliano-romagnola, in 5 milioni di euro. Una cifra simbolica che di per sé non è certo sufficiente a dare una dimensione dei reali danni sulla sulla salute pubblica e sugli effetti che nella vita di tutti i giorni limiti e divieti possono comportare.
Per questo Nino D’Eugenio, Sabina Piccinini ed Alba Panza, attivi da anni nel mondo ambientalista, hanno deciso di metterci la faccia in prima persona, andando oltre alla denuncia del problema. Presentando un esposto denuncia in tribunale che chiama direttamente in causa la pubblica amministrazione (Regione in primis e comuni), responsabile per le politiche cosiddette antismog.
Partendo dal fatto oggettivo che non solo le misure fino ad ora adottate si sono rivelate preossoché inutili, ma che le soluzioni più incisive od innovative e già applicate con successo in altre realtà nazionali ed internazionali ci sono, non solo in luoghi da sempre conosciuti come più inquinati e inquinanti del mondo come la Cina, dove gli interventi in città come Pechino hanno portato a livelli di inquinamento da traffico nei centri urbani inferiori a quelli di Modena, ma anche in realtà sociali ed industriali come quella di Oxfrod, in Inghilterra, molto simili a quella del bacino modenese e dove con la chiusura del centro storico ai mezzi non elettrici e la creazione di una cintura urbana in cui non possono entrare veicoli inquinanti ha portato all'abbattimento del 40% delle polveri sottili inquinanti
Misure sulla mobilità privata all’interno di un sistema complesso di interventi, con il car sharing di ultima generazione, coibentazione degli edifici, ed elettrificazione totale dei mezzi pubblici
'La Commissione europea - spiegano i tre firmatari dell'esposto - ha avviato due procedure di infrazione nei riguardi dell’Italia per la non corretta applicazione della direttiva 2008/50/CE, per i superamenti continui e di lungo periodo dei valori limite delle polveri fini Pm10 e del biossido di azoto.
Eventuali sentenze di condanna della Corte di Giustizia dell’Unione europea potrebbero imporre oneri
economici di entità molto rilevante, nonché la possibile riduzione dei Fondi strutturali per l’Italia.
Ciononostante i nostri amministratori continuano a prendere la situazione sotto gamba portando avanti
progetti che non possono che incidere negativamente sulla qualità dell’aria che respiriamo.
Abbiamo al governo negli enti Locali dei negazionisti dell’inquinamento! I quali non dimostrano la
capacità di prendere scelte coraggiose e di cambiare le modalità di approccio al problema, sperano
che questo si risolva da solo o che la gente si abitui.
Le soluzioni al problema sono note da tempo e facilmente attuabili con un po di impegno:
- Potenziamento del trasporto pubblico sia a livello locale che regionale e interrregionale
- Vie sicure alla mobilità dolce, sia esssa a piedi, in bici, in monopattino
- Contributi per la coibentazione degli edifici
- Alberi in città, Parco Ferrari, Piazza Tien An Men, Largo Sant’Agostino etc.
- Zero consumo del suolo
- Elettrificazione dei mezzi pubblici e privati. Ad esempio in Cina tutte le moto ammesse nelle
città sono a trazione elettrica come anche gli autobus.
- miglioramento della raccolta differenziata per diminuire la dipendenza da inceneritori e
discariche
- Investimenti in agricoltura e zootecnia a basso consumo di energia e acqua
- telelavoro e spazi di coworking per diminuire pendolarismo
- Soluzioni innovative per ripulire l’aria che respiriamo (ad esempio la ciminiera solare di Xian in
Cina o sempre in Cina le citta’ foresta.
Redazione Pressa
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