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“La paziente era contatto stretto della sua vicina di stanza che purtroppo si è positivizzata al SARS Cov 2 al tampone in V° giornata di ricovero. Pertanto la gestione della paziente è stata analoga a quella di un paziente sospetto. Capiamo che è doloroso ma è purtroppo necessario”
Con queste righe l'Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena chiarisce agli organi di stampa, ed in risposta ai quesiti rivolti all'Azienda dai famigliari di una donna di 95 anni deceduta in ospedale trattata come paziente Covid, quanto accaduto ieri in ospedale. Ed in particolare in una stanza nella quale erano ricoverate due pazienti per patologie non legate al Covid, negative al tampone.
Dopo 5 giorni dal ricovero ad una delle due donne viene effettuato un ulteriore tampone che risulta positivo. Da qui scattano le procedure di prassi, con il relativo isolamento e trattamento.
Un dramma che si collega a quello condiviso e moltiplicato nel vissuto di centinaia di famiglie di pazienti deceduti in ospedale e positivi al Covid. Decessi che, pur in calo, continuano ad interessare i pazienti anziani e soprattutto ultra 85enni che già hanno o almeno dovrebbero avere concluso il ciclo vaccinale. Un tema delicato, suscettibile ad essere strumentalizzato, ma che esiste, almeno nelle domande di molti, e che con una domanda abbiamo posto al Direttore Generale dell'Ausl di Modena Antonio Brambilla, secondo il quale trattandosi di pazienti anziani e in molti casi pluripatologici è evidente e presumibile che si tratti di decessi dovuti non direttamente al Covid ma in presenza di Covid. Decessi che, appunto, sopraggiungono a seguito di patologie gravi, in pazienti anziani con Covid e, vista la copertura del ciclo vaccinale, in sempre più casi già vaccinati. In pratica di persone che proprio per le patologie presenti 'sarebbero morte lo stesso', al di là del covid e, di fatto, del vaccino.
Un aspetto, quello legato alle cause dei decessi 'per' o 'con' covid che, lo ricordiamo, non viene definito ogni giorno e per tutti. Tale analisi, condotta per campioni e della quale più volte abbiamo dato conto anche in queste pagine, viene svolta e pubblicata periodicamente dall'Istituto Superiore di Sanità e, appunto, su campioni, pur rappresentativi ma pur sempre campioni, di popolazione, a livello nazionale.
Un elemento utile almeno per inquadrare ogni giorno lo stillicidio dei dati sui decessi che a livello sanitario e conseguente mediatico (difficile procedere ogni giorni con tale considerazione sul con e per), vengono classificati, come morti covid.
Gi.Ga.
Sospetto Covid su deceduta in ospedale, trattata come Covid

Il caso di una 95enne negativa, in contatto con una positivizzata. E sui decessi di ultra 85 enni l'Ausl ribadisce la distinzione 'con' e non 'per'
“La paziente era contatto stretto della sua vicina di stanza che purtroppo si è positivizzata al SARS Cov 2 al tampone in V° giornata di ricovero. Pertanto la gestione della paziente è stata analoga a quella di un paziente sospetto. Capiamo che è doloroso ma è purtroppo necessario”
Con queste righe l'Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena chiarisce agli organi di stampa, ed in risposta ai quesiti rivolti all'Azienda dai famigliari di una donna di 95 anni deceduta in ospedale trattata come paziente Covid, quanto accaduto ieri in ospedale. Ed in particolare in una stanza nella quale erano ricoverate due pazienti per patologie non legate al Covid, negative al tampone.
Dopo 5 giorni dal ricovero ad una delle due donne viene effettuato un ulteriore tampone che risulta positivo. Da qui scattano le procedure di prassi, con il relativo isolamento e trattamento.
La donna di 95 anni, che condivideva la stanza con la donna positivizzata, viene trattata come sospetto Covid, ma per cause non specificate, muore. Essendo trattata come sospetto Covid le vengono applicate tutte le procedure post-mortem che vietano di fatto contatti con i famigliari che sulla base di un dichiarato 'sospetto' non possono evidentemente occuparsi della salma. Un elemento che aggiunge dramma al dramma, un fatto 'doloroso' lo definisce appunto l'Azienda Ospedaliera ma 'necessario'.
Un dramma che si collega a quello condiviso e moltiplicato nel vissuto di centinaia di famiglie di pazienti deceduti in ospedale e positivi al Covid. Decessi che, pur in calo, continuano ad interessare i pazienti anziani e soprattutto ultra 85enni che già hanno o almeno dovrebbero avere concluso il ciclo vaccinale. Un tema delicato, suscettibile ad essere strumentalizzato, ma che esiste, almeno nelle domande di molti, e che con una domanda abbiamo posto al Direttore Generale dell'Ausl di Modena Antonio Brambilla, secondo il quale trattandosi di pazienti anziani e in molti casi pluripatologici è evidente e presumibile che si tratti di decessi dovuti non direttamente al Covid ma in presenza di Covid. Decessi che, appunto, sopraggiungono a seguito di patologie gravi, in pazienti anziani con Covid e, vista la copertura del ciclo vaccinale, in sempre più casi già vaccinati. In pratica di persone che proprio per le patologie presenti 'sarebbero morte lo stesso', al di là del covid e, di fatto, del vaccino.
Un aspetto, quello legato alle cause dei decessi 'per' o 'con' covid che, lo ricordiamo, non viene definito ogni giorno e per tutti. Tale analisi, condotta per campioni e della quale più volte abbiamo dato conto anche in queste pagine, viene svolta e pubblicata periodicamente dall'Istituto Superiore di Sanità e, appunto, su campioni, pur rappresentativi ma pur sempre campioni, di popolazione, a livello nazionale.
Un elemento utile almeno per inquadrare ogni giorno lo stillicidio dei dati sui decessi che a livello sanitario e conseguente mediatico (difficile procedere ogni giorni con tale considerazione sul con e per), vengono classificati, come morti covid.
Gi.Ga.

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