'Volere la Palestina Stato libero, dal Giordano al mare, significa sopprimere lo Stato di Israele'
La presa di posizione del direttore del giornale della Diocesi di Carpi sulle manifestazioni di piazza
E su due argomenti diversi tra di loro, ma dal medesimo significato.
Nel primo caso ha scritto: “Sono tanti gli italiani scesi nelle piazze per manifestare a favore del popolo palestinese. Ed è una bella cosa se la gente prende posizione contro le ingiustizie del mondo. Ma non tutte le sofferenze sembrano godere delle stessa cura: penso ai bambini ucraini, non solo quelli che muoiono sotto l’effetto dei droni, ma anche delle decine di migliaia che vengono portati in Russia. Penso alle donne afghane e a quelle iraniane per le quali non ci sono piazze imbandierate e cortei di protesta. Penso alle spose bambine, a quelle infibulate, ai bambini-soldato e ai tanti scenari di guerra sepolti sotto la più totale indifferenza. Ma ad indignarci maggiormente - ha aggiunto monsignor Fasani – sono le frange di violenti che, senza il coraggio di metterci la faccia, scendono in piazza per distruggere e mandare le forze dell’ordine all’ospedale, mentre impediscono ai cittadini comuni di vivere la loro quotidiana normalità e l‘esercizio dei loro diritti. E certa parte politica a minimizzare o a giustificare tutto questo come il più irrilevante dei fatti. I processi di imbarbarimento cominciano sempre in questa maniera e si concludono sempre col far naufragare la civiltà in cui si è immersi. Circola poi in questi giorni uno slogan di origine anglosassone e che da noi si traduce così: “Dal fiume (il Giordano, ndr) al mare, Palestina libera”. Dove sta la pericolosa ambiguità del messaggio? Sta le fatto che volendo la Palestina uno Stato libero, dal Giordano al mare, si dovrebbe arrivare alla soppressione dello Stato di Israele e di tutti gli ebrei. Un messaggio capace di dare vita ad un antisemitismo che assomiglia ad un rigurgito di nazismo”.
Nel secondo caso egli ha scritto: “Nei giorni scorsi Papa Leone XIV ha ricevuto l’Associazione “Aiuto alla Chiesa che soffre” con particolare riguardo a quanto avviene in Mozambico dove, dopo che in Sudan, in Nigeria e in altri paesi, si sta assistendo ad esecuzioni sommarie da parte della autoproclamatasi ‘Provincia islamica” dove si stima vi siano stati più di seimila morti negli ultimi anni. Miliziani spietati con le bandiere del Califfato islamico seminano il terrore, violentano donne e minori, bruciano le chiese e le case dei cristiani, portando con se parte della popolazione locale come ostaggio. E penso a questi fratelli - conclude il direttore di “Notizie” - per i quali non ci sono barche che salpano, bandiere nelle piazze, comizi sindacali e partitici, Ong che corrono a rivendicare il rispetto dei diritti, teatri parrocchiali dove se ne parla per risvegliare le coscienze… E la tentazione alla indignazione si risveglia. Ma se l’Onu e la signora Francesca Albanese esistono, battano un colpo…”.
Questo quanto scritto ‘coraggiosamente’ da Bruno Fasani perchè pochi sono stati i cattolici praticanti che hanno manifestato la loro opinione avversa a quanto successo nelle ultime settimane nelle strade e nelle piazze italiano e al linguaggio utilizzato pubblicamente da certa parte del Pd, dove c’è pure una componente cattolica, quella proveniente dalla Margherita. Che pare faticare a fare sentire la propria voce.
Cesare Pradella
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