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Il cantiere è ancora aperto, molto aperto, con i camion per i getti di cemento operativi in sequenza anche questa mattina, nell'area del Policlinico che affaccia su via Campi, tra la chiesa interna all'ospedale e lo stabile del pronto soccorso. Area individuata per essere sede della nuova struttura pensata per ospitare 30 posti in più di terapia intensiva. Obiettivo fronteggiare meglio l'emergenza Covid, nell'ambito del Piano Nazionale (e in cascata regionale), di potenziamento degli HUB che ha visto la realizzazione, all'ospedale di Baggiovara, di 18 posti in più.
Ma se a Baggiovara i tempi previsti sono stati rispettati, tutt'altra cosa è per il Policlinico. All'annuncio della fine dei lavori e della disponibilità del nuovo reparto a fine luglio (sarà pronta entro a fine luglio venne confermato nero su bianco dall'Azienda ospedaliera), non sono seguiti i fatti.
Ad oggi, a quasi 4 mesi dalla scadenza inizialmente prevista, il cantiere è ancora aperto e lo stato dei lavori, anche se solo dall'esterno, non sembra tale da garantire, l'apertura a fine mese, previsione confermata oggi dalla stessa azienda ospedaliera. L'auspicio è quello di sbagliarsi e che la previsione del fine novembre possa essere rispettata. Anche solo per potere garantire una gestione con meno affanno delle terapie intensive che, come mostra il grafico elaborato da La Pressa realizzato sulla base degli ultimi dati aggiornati a ieri, vede occupati più del 70% degli 88 posti di terapia intensiva disponibili nell'Hub comprendente l'ospedale Civile di Baggiovara (42 posti) ed il Policlinico (46 posti). In aumento al ritmo di 2-3 posti casi gravi, per i quali l'unica soluzione è la terapia intensiva, al giorno.
Una situazione che già alcuni giorni fa avevo spinto il direttore del reparto di Terapia Intensiva del Policlinico a rivolgersi con un appello alla popolazione per sollecitare comportamenti virtuosi tali da limitare i contagi e conseguentemente il carico sulle strutture ospedaliere, in termini di ricoveri covid e quindi sulle terapie intensive. Carico che, anche in assenza dei 30 posti in più non ancora disponibili, ha portato alla sottrazione a blocchi operatori, di spazi. Per aumentare, appunto, i posti di terapia intensiva. Fattore che ha portato alla sospensione di tutte le attività chirurgiche programmate e classificate 'non urgenti'. Compreso quelle che malati di tumore e di altre patologie aspettano.
Gi.Ga.
Redazione Pressa
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