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'Autovelox non omologati, 22 anni di silenzi: intervenga la magistratura'

'Autovelox non omologati, 22 anni di silenzi: intervenga la magistratura'

Il presidente Codacons Modena Fabio Galli denuncia: 'Da 2002 a oggi nessun dispositivo utilizzato è omologato. La sentenza di Cosenza non stupisce. Basta approvazioni, servono omologazioni vere'


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'Autovelox non omologati? Nulla di che stupirsi a Modena e provincia, e non solo, è 22 anni che funziona così. La sentenza del tribunale di Cosenza che ha portato anche alla disposizione di sequestro degli autovelox t-speed utilizzati anche a Modena nel punto di rilevamento della tangenziale all'altezza dello svincolo della Nonantolana, non ci meraviglia: gli strumenti devono essere omologati, e semplicemente non lo sono. Da una nostra verifica tutti i dispositivi per la rivelazione automatica delle infrazione del codice della strada non sono stati omologati. Parlare di approvazione, di certificazione, di revisione periodica non è sufficiente per garantire il presupposto fondante per poter utilizzare legittimamente questi dispositivi, ovvero l'omologazione del Ministero'.
Ad affermarlo, in conferenza stampa, il presidente del Codacons Modena, Fabio Galli che alla luce di quanto verificato e sostenuto, ha preparato un faldone con la cronistoria con partenza dall'inizio degli anni 2000, anche giornalistica, dell'applicazione a Modena di un numero sempre più grande di dispositivi elettronici, accompagnata anche di articoli di stampa a testimonianza delle polemiche e delle vicende giudiziarie a cui il comune è andato incontro nel momento di altri contestazioni.
'è successo per esempio per l'autovelox è di strada Contrada così come per diversi Fotored, tra i primi installati in città' - sottolinea Galli.Una questione che – a detta di Galli – va avanti da oltre vent’anni, dall’introduzione dei primi dispositivi “Photo Red” nel 2002 fino ai più recenti “Scout Speed”, passando per It-Red e autovelox fissi e mobili. 'In 22 anni non risulta alcun dispositivo omologato. Nessuno' - afferma senza mezzi termini. E la differenza tra omologazione e approvazione, spiega Galli, è sostanziale e ignorata – o peggio, volutamente trascurata – da molte amministrazioni.
Durante l’incontro con la stampa, Galli ha chiarito con esempi pratici il concetto: 'Se compri un’auto cilena, prima di immatricolarla in Italia serve l’omologazione, non basta che tu abbia la patente o l'assicurazione. L’omologazione garantisce che quello strumento – o quell’auto – rispetti i parametri tecnici imposti dallo Stato ma soprattutto fissi dei parametri in base ai quali confrontare la correttezza nell’installazione e nel funzionamento. L'omologazione prevede che un dispositivo analogo venga depositato presso il Ministero. L’approvazione, invece, è solo il permesso d’uso a posteriori. Ma se non c’è omologazione, non ha senso parlare di revisioni periodiche, né tantomeno emettere verbali'.'Nei verbali si trova solo il decreto di approvazione, mai quello di omologazione. Eppure è obbligatorio per legge' - sottolinea Galli.
La legge in questione è il Codice della strada, che non e opinabile. Ogni volta che esplode uno scandalo, sembra che i sindaci cadano dalle nuvole. Ma sono 22 anni che segnaliamo queste mancanze. È inaccettabile'. Il Codacons guarda ora alla magistratura: 'Non ci rivolgiamo al governo, ma ai giudici. A Cosenza la procura ha aperto un’inchiesta, sequestrando dispositivi non omologati in mezza Italia. È ora che anche a Modena si agisca con la stessa determinazione».Il paradosso dei ricorsi: 'Pagare conviene di più'
Altro nodo critico è quello dell’accesso alla giustizia. 'Anche quando la multa è palesemente viziata, fare ricorso anche in auto tutela, costa: 43 euro solo per il contributo unificato, poi la raccomandata, il tempo perso, e nessuna garanzia di vittoria. Chi ha tempo e competenze per farlo?', domanda retoricamente Galli. Risultato? 'La maggior parte paga, anche se la multa è illegittima. È un meccanismo diabolico'. Il faldone mostrato durante la conferenza stampa, raccolto dal Codacons, contiene sentenze, documenti ufficiali e articoli di giornale che testimoniano la persistenza del problema. Una sorta di dossier storico – dal 2002 ad oggi – che mostra come nulla sia cambiato, nonostante l’alternarsi di ministri, partiti, e polemiche. 'Non possiamo accettare che strumenti potenzialmente illegittimi siano ancora in funzione.
La magistratura deve intervenire, come ha fatto a Cosenza', ha concluso Galli.
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Nato a Modena nel 1969, svolge la professione di giornalista dal 1995. E’ stato direttore di Telemodena, giornalista radiofonico (Modena Radio City, corrispondente Radio 24) e consigliere Corecom (C...   

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