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Covid 5-11 anni, pronti a vaccinare 46.000 bimbi modenesi in due mesi

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Il punto stampa con i responsabili Ausl: 'Si parte il 16 dicembre con le prime dosi presso le pediatrie di comunità e si punta a chiudere entro febbraio. Il rischio per i non vaccinati c'è anche in questa fascia e anche per il long-covid'. Rimane il dubbio sugli effetti a medio e lungo termine: 'Senza dati non si possono prevedere'


Covid 5-11 anni, pronti a vaccinare 46.000 bimbi modenesi in due mesi
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Gli sms alle famiglie contenenti data, ora e luogo in cui effettuare la vaccinazione arriveranno tutti nei prossimi giorni. Dal 13 dicembre si potrà cambiare l'appuntamento arrivato tramite sms, anche se i responsabili Ausl invitano ad evitare lo spostamento delle date disposte dall'Ausl per evitare problemi di organizzativi.
Dal 16 dicembre al via le prime dosi con l’obiettivo di somministrarne il numero più alto possibile dei 46.000 candidati entro il 16 gennaio, per poi proseguire con le seconde, a distanza di 21 giorni, entro il mese di febbraio. Ai bambini dai 5 agli 11 anni sarà somministrata una terza parte della dose Pfizer riservata agli adulti, principalmente presso le pediatria di comunità. Solo nel caso di un numero alto di accessi l’Ausl potrà ipotizzare di aprire anche poliambulatori della rete sanitaria o case della salute.

Sono alcune delle informazioni organizzative sulla campagna vaccinale covid nella fascia di età 5-11 anni ufficializzate questa mattina da Andrea Spattini, responsabile della Pediatria di Comunità dell'Azienda USL di Modena, e Alfredo Ferrari, segretario provinciale FIMMP. Professionisti che hanno integrato con le loro informazioni quelle fornite nel corso del consueto appuntamento stampa settimanale con il Direttore Generale Ausl Antonio Brambilla e Andrea Cossarizza, immunologo e docente dell'Università di Modena e Reggio Emilia. Occasione anche per rispondere ad alcune domande sul perché della vaccinazione ai bambini, da pochi giorni autorizzata dagli organismi sanitari internazionali e nazionali, e sui rischi rispetto ai benefici.

Se sui rischi pesa l'assoluto limite della mancanza di dati soprattutto per prevedere effetti nel medio e lungo periodo, sui cosiddetti benefici pesano i numeri degli effetti che il covid, da inizio pandemia avrebbe avuto sui minori. Il prof.

Cossarizza fa riferimento sia ai dati statunitensi (dove sono stati già vaccinati 3 milioni di soggetti in questa fascia di età), poi italiani, che rifletterebbero numeri analoghi sui decessi con una variazione al ribasso per i numeri italiani. Circa 50 ogni milione negli Stati Uniti e circa 37 in Italia, da dati dell'Istituto Superiore di Sanità. Inoltre - spiega il prof. Cossarizza - ci sono i danni del long-covid, ovvero di quelle problematiche legate ai postumi a lungo termine dei bambini che il covid lo hanno avuto. A specificarli, su nostra richiesta, Alfredo Ferrari: 'In ambito pediatrico il long-covid si evidenzia in problematiche dell'apparato respiratorio, affaticamento, ma anche in problemi cardiologici, oltre ad insonnia, cefalea. Tra gli effetti più gravi e prooccupanti Sindrome infiammatoria multisistemica pediatrica che può comportare anche il ricovero'

Per questo - sottolinea il Prof. Cossarizza - sarebbe un errore considerare la vaccinazione in questa fascia di età a protezione soprattutto degli adulti, considerando i bambini capaci di superare senza sintomi la malattia. La vaccinazione serve anche e soprattutto alla protezione perché gli effetti gravi ci sono anche in questa fascia di età'

Gi.Ga.

Nella foto, dall'alto, Cossarizza e, sotto, da sinistra, Spattini e Ferrari

Redazione Pressa
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