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Avevano la loro base operativa nel campo nomadi abusivo che dal 2013 è 'allestito' lungo la via Canaletto, all'altezza del viadotto Tav almeno 5 degli undici bosniaci e italiani di etnia rom arrestati dai Carabinieri.
Il campo nomadi non facente parte delle microaree per nomadi regolamentate, e che dal 2014 genera allarme nella zona nord, era la base di partenza e di ritorno per la banda, composta dagli uomini del gruppo, che nell'estate del 2016 avebbe messo a segno, solo nel luglio, ben 7 colpi nei confronti di sedi di banche nelle quali venivano letteralmente scardinati bancomat, e ditte (nelle quali venivano asportati mezzi, auto, furgoni e materiali).
La modalità operativa - ha spiegato questa mattina in conferenza stampa il Capitano del nucleo investigativo del reparto operativo del comando provinciale dei Carabinieri di Modena - era praticamente la stessa.
I soggetti uscivano dal campo muniti di guanti per non lasciare impronte nemmeno sulle auto rubate (solitamente in carrozzerie o soccorsi stradali) con le quali scortavano carro attrezzi ugualmente rubati verso l'obiettivo stabilito. Soprattutto banche.
Una volta giunti sul posto utilizzavano il carro attrezzi prima per sfondare e scardinare e poi per trascinare e caricare sul camion, con l'ausilio del verricello, l'intero bancomat. Dopodiché il carro attrezzi con il bottino veniva scortato dalle auto (utilizzate per rallentare l'eventuale intervento delle forze dell'ordine e consentire la fuga del carro attrezzi con il bottino) fino al campo nomadi di via Canaletto. E qui una volta scaricata la refurtiva, i mezzi rubati venivano portati ed abbandonati lontano dal campo. Mezzi che a seguito dell'assenza di impronte e oggetto di furto non consentivano di risalire agli autori dei reati.
La chiave di volta nelle indagini è arrivata nella primavera del 2016 quando i Carabinieri hanno iniziato a documentare con una telecamera puntata sull'area i movimenti della banda che nel giro di poche ore uscivano, mettevano a segno i colpi e rientravano con la refurtiva. Ben 7 in un mese solo, a conferma della professionalità e della serialità con cui il gruppo operava. Tutto documentato dalle telecamere che in pochi mesi raccolsero una quantità di materiale tale da fare emettere nell'estate stessa al sostituto procuratore della repubblica di Modena Claudia Natalini 11 provvedimenti cautelari nei confronti di nomadi di etnia rom originari della Bosnia la metà dei quali 'residenti' nel campo nomadi di via Canaletto ed altri nelle province di Rimini, Rovigo, Verona, Padova e Mantova. Aree dove i rom modenesi operavano appoggiandosi a bande di rom locali. Escluso un 50enne, tutti gli arrestati (6 in carcere e 5 agli arresti domiciliari) hanno meno di 30 anni. Tra di loro anche una donna, residente in Veneto che aveva partecipato ad un furto fungendo da palo alla banda.
Tra gli arrestati anche il figlio dell'uomo al quale il giudice aveva riconosciuto il diritto di scontare la pena degli arresti domiciliari (pena scontata), presso lo stesso campo di via Canaletto.
Lo stop agli arresti da parte del GIP e l'attesa di un anno per poterli eseguire
L'esecuzione delle ordinanze di custodia cautelare di oggi avrebbero potuto essere già eseguite il 29 settembre del 2016, data in cui il GIP non ravvisò nell'istanza a procedere avanzata dalla Procura di Modena, le esigenze cautelari specificate.
Uno stop all'esecuzione degli arresti al quale la Procura si oppose attraverso il ricorso in appello al tribunale del riesame di Bologna. Ricordo accolto con la decisione di rinviare l'esecuzione delle misure alla pronuncia della Corte di Cassazione che il 9 giugno scorso ha emesso la sentenza, rendendo possibile l'esecuzione degli arresti avvenuta con successo questa mattina.
I principali colpi messi a segno dalla banda
l 26 giugno del 2016 colpo alla filiale della Bper banca di Formigine. Dopo aver sfondato e asportato il bancomat lo hanno perso nel corso della fuga. La cassaforte conteneva 59,560 euro.
Il 27 giugno assalto alla filiale della Bper banca di Masi Torello a Ferrara dove la banda, con la stessa tecnica, ha asportato 14.540 euro
Il 2 luglio, dopo avere forzato il cancello esterno ed il portone di accesso alla Global Gest ditta di San Cesario sul Panaro la banda ha asportato un furgone e dopo averlo caricato di utensili attrezzi meccanici un gruppo elettronico 3 bobine di rame del valore complessivo di €30.000 si è rifugiata nel campo, scaricando il materiale ed abbandonando il mezzo
Il quarto colpo dell'estate 2016, il 4 luglio alla filiale della banca Alto Vicentino di Marano Vicentino. Dopo aver sfondato col carro attrezzi rubato, la vetrina della banca la banda non è riuscita ad asportare il bancomat per la rottura del carro attrezzi durante il tentativo di sfondamento.
L'11 luglio luglio colpo a Campogalliano di Modena dove la banda ha rubato il furgone di un uomo che era sceso dal mezzo per comprare le sigarette
Il 13 luglio, dopo avere rubato a Bibbiano un carro attrezzi e due autovetture da una ditta di autosoccorso, la banda non è riuscita a portare a termine il colpo perché individuata dai Carabinieri, facendo però perdere le proprie tracce al termine di un rocambolesco inseguimento.
Ultimo colpo del luglio scorso quello messo a segno ai danni della Bper Banca di Scandiano di Reggio Emilia. Dopo aver sfondato con il carroattrezzi la vetrina dell'istituto di credito hanno asportato il bancomat contenente una somma in contanti di 28.990 euro. I Carabinieri hanno trovato il bancomat svuotato sotto un cumulo di altri rifiuti all'interno del campo.