Da anni Lapressa.it offre una informazione libera e indipendente ai suoi lettori senza nessun tipo di contributo pubblico. La pubblicità dei privati copre parte dei costi, ma non è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge, e ci segue, di darci, se crede, un contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di
modenesi ed emiliano-romagnoli che ci leggono quotidianamente, è fondamentale.
'Domani si terrà l’ultimo Consiglio di Amministrazione del Consorzio di Bonifica Burana dell’anno. Il bilancio preventivo per l’anno 2019 prevede:
- La spesa di 9.300.000 euro per i dipendenti a fronte dei 15 milioni raccolti dai consorziati con la solita gabella annuale autorizzata dalla RER
- Solo 720.000 euro di lavori di prevenzione idrogeologica nell’area pedemontana e montana a fronte dei 1.450.000 euro raccolti dai consorziati montani che per la legge regionale 7/2012 dovrebbero completamente investiti in interventi a parte le spese di gestione del Consorzio (minime per la parte montana).
- Completo capovolgimento della ripartizione delle risorse monetarie tra interventi di tipo irriguo ed interventi di bonifica, nonostante i consorziati paghino in maggioranza schiacciante per provvedimenti di bonifica.
Non solo, domani si discuterà anche dell’accordo sulla gestione del nodo idraulico in corrispondenza della traversa di S.
Michele – Castellarano ed in particolare dell’utilizzo della risorsa idrica del fiume Secchia oggetto di grande interesse ambientale del territorio'. A darne notizia è Stefano Pelliciari, consigliere Consorzio di Bonifica Burana.
'Nell’accordo risultano 4 utilizzatori in concessione: Consorzio Bonifica Emilia Centrale utilizzo irriguo, Consorzio Bonifica Burana utilizzo irriguo, BI Energia S.r.l. utilizzo idroelettrico, Atersir utilizzo industriale - spiega Pelliciari -. I due Consorzi hanno da sempre avuto grandi interessi nella risorsa idrica disponibile a basso prezzo e continuano ad avvalersene con questa concessione fino al 2045. BI Energia risulta essere società costituita dal Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale e da Iren Rinnovabili spa mentre la concessione ad Atersir verrà utilizzata da Ireti spa ed Hera spa; la concessione per uso idroelettrico terminerà nel 2031 e quella per uso industriale nel 2029.
Risulta quindi evidente l’interesse commerciale dei 4 utilizzatori sulla risorsa idrica pubblica, patrimonio della collettività, concessi dalla Regione Emilia Romagna con termini a dir poco biblici ed in presenza di una procedura di Valutazione di Impatto Ambientale che riteniamo alquanto superficiale soprattutto relativamente alla parte di controlli da attuare da ARPAE (avremmo preferito che fossero stati definiti controlli periodici) e di opere compensative per attenuare l’impatto ambientale. Diventa difficile fornire una motivazione valida per concessioni cosi lunghe e ci chiediamo quale potrebbe essere lo scenario, visto anche i recenti accaduti di Genova, in caso di gravi mancanze da parte degli utilizzatori. Siamo particolarmente preoccupati sia per la preservazione della fauna ittica nei casi di svaso (sghiaiamento - sfangamento), invaso e di siccità con mantenimento del Deflusso Minimo Vitale (quantità minima di acqua nel fiume che consente il mantenimento della fauna e flora ittica), che per tutte le conseguenze derivanti dall’impatto antropologico della struttura (equilibrio idrogeologico, diminuzione della sedimentazione lungo tutto il corso del fiume che rimane intrappolata nel bacino a monte dell’opera con conseguente erosione accentuata a valle, effetti su flora e fauna acquatica, alterazione della qualità dei corpi idrici, ecc… ) già ben evidenziati in altre strutture simili'.
Redazione Pressa
La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli. Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, .. Continua >>