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Ha destato sorpresa e stupore a Carpi la votazione flop per la elezione del nuovo Consiglio di Amministrazione e del Presidente della Fondazione. Una votazione nulla da parte del Consiglio di Indirizzo perchè nessuna delle tre liste presentate ha ottenuto i 9 voti richiesti su un Consiglio di 17 componenti. Già la presentazione di tre liste, avvenuta per la prima volta da quando esiste la Fondazione di provenienza bancaria (ex Cassa di Risparmio), destò stupore ma anche preoccupazione perchè sintomo evidente di un malessere crescente nella società civile e nella vita sociale ed economica cittadina, di una rottura di rapporti tra istituzioni (nel caso specifico tra Comune, Curia vescovile, associazioni del volontariato, enti pubblici, associazioni economiche), della mancanza di un dialogo 'istituzionale' che ha fatto emergere e prevalere logiche di potere, ambizioni personali, logiche di appartenenza partitica in contrasto con lo Statuto e i fini etici della Fondazione.
Noi stessi qualche settimana fa su queste colonne ci eravamo posti l'interrogativo su cosa stesse succedendo 'attorno' alla Fondazione carpigiana frastornata da polemiche, accuse, ritiro di candidature già presentate, autoreferenzialità, con una volontà evidente del Comune (leggi Pd) e della Curia di riappropriarsi dei vertici dell'Ente che avevano perso con la presidenza 'terza' di Faglioni, presidente non riconducibile a nessun soggetto politico o istituzionale.
Ora la situazione è chiara: non esiste nessun accordo tra enti e associazioni deputate a indicare loro rappresentanti, ma forti contrasti anche personali tra i candidati sia alla presidenza che al consiglio di amministrazione. Un vero caos insomma che coinvolge la Fondazione nel momento in cui conclude il suo mandato il presidente, l'ingegner Corrado Faglioni, che porta in 'dote' alla città due interventi di sicuro valore e prestigio mai prima d'ora riusciti al Comune nel dopoguerra: l'istituzione di una sezione staccata dell'Università di Modena e la creazione di un vasto parco a disposizione dei carpigiani, parco sempre promesso ma mai realizzato.
Di fronte al vuoto e allo stato di incertezza, ai contrasti insorti, la gente si chiede se non fosse possibile mantenere in carica l'attuale Consiglio di amministrazione, anche solo per un periodo limitato di tempo, per decantare la situazione e superare lo stato confusionale in cui si trova l'Ente, suo malgrado, con un intervento che a questo punto non può che venire degli organi di controllo nazionali.
Insomma un'altra brutta figura del 'sistema' Carpi e quindi di chi lo gestisce politicamente da sempre, che va ad aggiungersi al declino del settore dell'abbigliamento, alla situazione sempre critica dell'ordine pubblico e della sicurezza del cittadino, al continuo impoverimento delle attività in centro storico, alla inarrestabile cementificazione e asfaltatura del territorio perchè, stante il rapporto Sos-Life di Ispra, negli ultimi vent'anni con le giunte comunali del Pd rette prima da Campedelli poi da Bellelli, a Carpi è stato cementificato il doppio rispetto ai cento anni precedenti. Con l'inevitabile distruzione del verde, del patrimonio arboreo e di conseguenza col peggioramento della qualità dell'aria, una delle peggiori in Italia.
Per non parlare poi della figuraccia del sindaco che non è riuscito a fare passare in Consiglio comunale (nonostante abbia la maggioranza assoluta) la delibera di annullamento della cittadinanza onoraria data dal Comune negli anni '20 a Benito Mussolini.
Allora altro che parlare propagandisticamente di città green, smart, accogliente e sicura. Il futuro di Carpi è davvero una scommessa.
Cesare Pradella
Cesare Pradella
Giornalista pubblicista, è stato per dieci anni corrispondente da Modena del Giornale diretto da Indro Montanelli, per vent'anni corrispondente da Carpi del Resto del Carlino, per cinque.. Continua >>