Punto nascita Mirandola, per Ausl difficile proseguire: 'Fatto il possibile per reperire personale'
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Punto nascita Mirandola, per Ausl difficile proseguire: 'Fatto il possibile per reperire personale'

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L'ipotesi di stop al 31 dicembre, già sostenuta dalla commissione sanitaria regionale, emerge tra le righe della nota dell'Azienda. Esteso al 31 dicembre il contratto per la copertura di turni nel reparto con medici esterni


Punto nascita Mirandola, per Ausl difficile proseguire: 'Fatto il possibile per reperire personale'
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'Si stanno valutando attentamente le condizioni idonee sia dal punto di vista clinico e del rischio, sia dal punto di vista della continuità assistenziale, necessaria a garantire la corretta presa in carico delle pazienti, nella logica di rete che caratterizza l’assistenza perinatale in provincia di Modena'.

E' forse il passaggio più politicamente significativo, anche se posto quasi in chiusura, della nota dell'Ausl di Modena sul situazione attuale e futura del punto nascita presso l'ospedale di Mirandola. Carenze di personale negli ultimi 6 mesi compensate solo dal ricorso a personale esterno fornito dalla cooperativa Novamedica di Bologna sulla base di un affidamento de servizio iniziato a giugno 2022.

Una frase, quella dell'Ausl, che assume significato soprattutto se vista nella cornice degli ultimi accadimenti e atti approvati dall'Ausl stessa ma non citati nella nota: il primo riguarda il parere sottoscritto dai rappresentanti dell'Ausl facenti parte della commissione tecnica regionale che ha espresso parere sulla richiesta di deroga all'apertura del punto nascita (foto), e secondo la quale il punto nascita dovrebbe chiudere al 31 dicembre.

Secondo, un altro atto, del 6 dicembre scorso, in cui l'Ausl proroga al 31 dicembre gli effetti del contratto in essere con la cooperativa Novamedica che da giugno a novembre, per 5 mesi, fino a novembre, ha gestito la somministrazione di personale medico e specialistico esterno in servizio al reparto di ostetricia.

Insomma tutte le strade sembrerebbero portare ad una data, quella del 31 dicembre, già indicata dalla commissione tecnica regionale come quella in cui il punto nascita non dovrebbe più essere autorizzato alla deroga per proseguire l'attività. La nota Ausl, tra l'altro, non parla di proseguio dell'attività ma di condizioni che non garantirebbero la continuità assistenziale e la corretta presa in carico delle pazienti. Condizioni già assunte come elementi a sostegno della richiesta di chiusura.

In questa ottica va letta anche la dichiarazione dell'Ausl, della stessa nota che riportiamo testualmente, rispetto allo sforzo fatto per supplire alla carenza di personale: 'La carenza di figure di ginecologi, che impatta sulle attività della Struttura complessa di Ostetricia e Ginecologia dell'Ospedale Santa Maria Bianca, è cosa nota da tempo. A determinare la difficile situazione è l’esito negativo di tutte le molteplici attività di reclutamento messe in atto da parte dell’Azienda sanitaria e più volte comunicate. Da tempo l’Ausl, di concerto con la Regione e le altre Aziende sanitarie modenesi, ha lavorato per il reperimento di personale, e continuerà a farlo, con strategie diversificate: concorsi pubblici ripetuti in corso d’anno e sempre aperti, scorrimento di graduatorie di concorso di altre aziende regionali, contratti di libera professione, contratti Covid per specializzandi (ora non più realizzabili), accordi con professionisti di Azienda Ospedaliero – Universitaria e Ospedale di Sassuolo per l’acquisizione di turni di attività aggiuntiva. Fino all’acquisizione di personale tramite cooperative che necessità però, come sempre ribadito, del supporto funzionale dei professionisti strutturati'.

Mettendo insieme tutto è come dire: attualmente non ci sono le condizioni per continuare, nonostante gli sforzi fatti per reperire personale, se non in una logica di rete. Una logica che nel tempo ha portato, come successe per Pavullo nei confronti di Sassuolo, a dirottare sempre più gestanti residenti nell'area nord che un tempo partorivano a Mirandola, verso l'ospedale di Carpi. Per poi porre la riduzione del numeri di parti all'ospedale di Mirandola come elemento a sostegno, insieme a carenza di personale e costi, della richiesta di chiusura.

Una ipotesi che potrebbe essere congelata e rimandata soltanto in funzione della proroga all'emergenza sisma concessa dal governo per i comuni nell'area del cratere. Ma la nota di oggi fa presagire che gli organismi sanitari si stiano muovendo in una prospettiva non al 31 dicembre 2023 ma al prossimo 2022. E in quel caso mettendo le mani avanti, dicendo di avere fatto tutto il possibile per garantire il personale necessario per il proseguimento dell'apertura in sicurezza, ma senza successo. 

Andrebbe in tale direzione anche il ricorso a personale esterno oggetto dell'atto di affidamento adottato il 6 dicembre scorso per un incarico da 77.000 euro per 38 turni fino all'8 gennaio ma soloper il Punto nascita di Carpi.
Una cosa è certa. I prossimi giorni saranno decisivi per verificare come le criptiche parole scritte dall'Ausl nell'ultima nota si tradurranno o meno in pratica, e se per il punto nascita di Mirandola, così come successe a Pavullo 5 anni fa, potrebbe davvero essere già stata scritta la parola fine.

Gi.Ga.

Nella foto, il dettagiio della relazione tecnica regonale in cui chiede di non concedere la richiesta di deroga

Redazione Pressa
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La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli. Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, ..   Continua >>


 
 
 
 

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