Il curriculum di Verasani ed il doppio taglio della 'rete di relazioni'

Il direttore di Legacoop, che non assumerebbe nessuno tra coloro che offendono il Ministro Poletti e giudica la qualità dei curriculum e dei voti di laurea, presenta e pubblica un curriculum senza riferimenti a studi fatti e formazione seguita. Che forse nessun selezionatore di personale prenderebbe in considerazione.
Responsabile del personale di Coop Bilanciai di Campogalliano dal 1993 al 2006, Verasani ha esteso le sue funzioni alle controllate estere di Bilanciai Group, diventando poi Amministratore delegato delle Società Zenith Bilance e Cigiemme dal 2005 al 2010.
A inizio 2006 è entrato in Legacoop Modena, con la responsabilità del settore Cooperative Industriali, curandone anche i progetti di sicurezza del lavoro, di green e new economy.
Subito dopo il XXII Congresso di Legacoop Modena del febbraio 2011 è stato nominato responsabile dell’intero settore delle Cooperative di Produzione e Lavoro (Costruzioni, industriali e progettazione) e dal maggio 2011 è direttore operativo di Legacoop.
Questo è il curriculum del Direttore Generale di Legacoop così come pubblicato e leggibile sul sito internet di Lega stessa. Verasani, lo scorso fine settimana, era intervenuto a difesa del Ministro del lavoro Giuliano Poletti e delle sue dichiarazioni sulla quantità di curriculum inviati che sarebbe 'meno importante di una partita a calcetto' e sull'importanza di avere, più che mille curriculum inviati, una buona rete di relazioni.
E in risposta a chi, su FB, criticava Poletti commentando il video pubblicato da La Pressa sull'arena deserta che faceva da contorno all'intervento del Ministro del lavoro alla festa PD, Verasani, forte della sua esperienza anche come selezionatore di personale, si era spinto ad affermare che chi a suo dire offendeva in quel modo non sarebbe mai stato assunto da lui. Che di fatto, ricoprendo lui il ruolo di direttore generale in Legacoop, significa, non essere assunti in Legacoop.
Ma c'è di più, un di più, nelle dichiarazioni di Verasani, che in questo caso arrivano a cozzare anche con il suo curriculum. Un documento redatto in un formato tale, e senza riferimenti soprattutto sul percorso di studi e di formazione, che nessun selezionatore, sulla base delle indicazioni che vengono date ormai di prassi, sia per le domande di lavoro in ambito pubblico e privato, non verrebbe nemmeno preso in considerazione.
Eppure lo stesso Verasani, nell'ostentare la sua pluriennale esperienza come selezionatore di personale, e nel criticare e nel bandire da ogni possibilità di assunzione chi, a suo parere, si è spinto ad offendere il ministro, si è spinto, lui stesso, ad affermare che è meglio uscire dall'università 'in corso' con un 97 che fuori corso con un 110.
Purtroppo, dal suo curriculum, non riusciamo ad evincere quale dei due sia il suo caso, posto che uno dei due lo sia. Perché dal curriculum di Verasani (lo ripetiamo con umiltà e con l'esperienza di chi ancora oggi, anche se dopo 25 anni di lavoro, manda ancora curriculum), ovvero da quello che riteniamo essere il CV ufficiale perché pubblicato sul sito del gigante cooperativo da lui diretto, questo non emerge affatto. Va specificato che l'obbligo di pubblicare i curriculum sulla base degli standard europei, ovvero con tutti i riferimenti anche temporali del percorso lavorativo e di studi, spetta agli eletti a chi ricopre incarichi di responsabilità o di governo negli enti pubblici, ma anche nel privato, e una prassi ormai consolidata. Insomma da un selezionatore di curriculum attento al percorso di studi e lavorativo degli aspiranti lavoratori, ci si aspetterebbe qualcosa di più completo e trasparente. Anche solo per dare il buon esempio.
Perché qualsiasi giovane neo-laureato o non, presentando un curriculum senza specificare nulla dei suoi studi, non avrebbe alcuna possibilità non solo di essere assunto, ma nemmeno di essere ricevuto. E allora sì che forse, per per essere assunto, avrebbe bisogno di quella rete di relazioni e conoscenze di cui forse parlano il Ministro Poletti e, facendogli eco, Verasani. Che dalla loro lunga esperienza di relazioni istituzionali dovrebbero sapere che in generale, anche esulando dal caso specifico, certe relazioni, soprattutto quando hanno magari a che fare con potentati economici e con una chiara matrice politica, anziché fare molto bene e fare conquistare un posto di lavoro, rischiano spesso di fare molto male, escludendo dal lavoro chi, seppur bravo, quelle relazioni non le ha oggi e, per scelta od opportunità di ieri, non le ha mai avute e non le avrà mai.
Gi.Ga.
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