Da ieri in Italia, unico paese al Mondo, un 50enne senza super green pass non può accedere al luogo di lavoro. Nonostante il drastico calo della curva epidemica, nonostante la fine dello stato di emergenza sanitaria il 31 marzo (sostituito peraltro dallo stato di emergenza bellica fino a fine anno), nonostante la sconcertante crisi economica dovuta al caro-energia che sta investendo famiglie e imprese, il Governo italiano ha deciso di continuare sulla strada della discriminazione ai danni di cittadini che - poichè hanno deciso di non vaccinarsi - non possono lavorare.
Il tutto, palesemente, in sfregio all'Articolo Uno della Carta costituzionale italiana che, ricordiamo, recita così: 'L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione'.
Eppure da ieri questa norma, da Decreto legge in scadenza è diventata legge in Italia, con il beneplacito della maggioranza di Governo, Lega compresa che 'non è d'accordo' ma si adegua. E poichè ogni tragedia (perchè di questo si tratta in termini di frattura sociale) nasconde sempre un lato grottesco, val la pena sottolineare come il principale sostenitore di cotanta legge sia il ministro della Salute Roberto Speranza. 43 anni, laureato in scienze politiche, Speranza è il fondatore e segretario di un partito che si chiama Articolo Uno. Proprio quell'articolo Uno che il 'suo' decreto calpesta.
I costituzionalisti fanno spesso notare come sia sbagliato appellarsi al solo Articolo Uno per critare le norme sul Green Pass, ma che occorra leggere la Costituzione nel suo complesso. Verissimo, ma è pur vero che se un partito decide di darsi un nome, un motivo ci sarà. Ma nell'Italia che tollera tutto, poichè rientri nel recinto dell'accettato, che accoglie tutti, purchè non dissentano, e che è pronta a condannare ogni ingiustizia con la medesima enfasi, purchè non si tratta di ingiustizie 'giuste', funziona così.
Giuseppe Leonelli

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