Esondazioni, tracimazioni, rotture di argini, allagamenti e alluvionati, plurialluvionati. Sì, perché forse è la prima volta recentemente in l’Emilia, ma la Romagna, poveretta, è già al terzo giro in pochi mesi. Non solo l’alluvione del 2023 ha fatto disastri un po’ ovunque, ma anche un anno più tardi ha riportato quelle persone nella devastazione più totale. Persone straordinarie, resilienti, caparbie, pazzescamente positive e gran lavoratrici che tutto si meritano fuorché essere amministrate dai politici che li rappresentano. Perché se è vero che il clima sta cambiando e dicono, forse più per propria tutela che per altro, che si stia tropicalizzando, noi riteniamo maggiormente che a tropicalizzarsi siano le menti dei nostri governatori e dell’intera classe dirigente che vivono in uno stato di perenne vacanza, ai tropici, mentre siedono comodi sui vari troni.
Una volta passa, già due diventano difficili, ma tre sono follia pura. Se è vero che sbagliare è umano e perseverare è diabolico, qui, significa proprio che ci troviamo a diabolik-landia. E’ veramente disarmante vedere come l’alluvione del 2023 non abbia prodotto altro che una montagna di discorsi futili, con rimpalli vari di responsabilità e vergognosi attacchi su chi doveva rimborsare chi, e nessun gesto concreto di prevenzione.
E’ altresì forse più vergognoso ascoltare i vari politici farsi grandi e grossi dei risultati imprenditoriali e sociali degli emiliano-romagnoli e ancora, ascoltarli in elogi di varia natura a Protezione Civile e via discorrendo. Quel bel tacere che non fu mai scritto sarebbe più dignitoso in una situazione come questa, dove il 99% dei danni è provocato da, niente più e niente meno, l’incompetenza e l’inconcludenza umana.Tante parole al vento, tanti rimpalli di responsabilità e tante tasse degli emiliano romagnoli che non hanno prodotto nulla che un bel niente, se non ulteriori danni da fronteggiare di tasca propria! Niente pulizia degli alvei fluviali, niente pulizia dell’erba sfalciata nei canali e nei fossi, niente pulizia ordinaria nei tombini, niente adeguamenti nei corsi d’acqua, niente potatura di alberi… in posizioni compromettenti. Il risultato? Le piogge sono state (tropicalizzamente) abbondanti e i corsi d’acqua non tanto non hanno saputo supportarne l’ingente portata, ma soprattutto si sono trovati rallentati, intralciati, imbrigliati e drasticamente soffocati dalle innumerevoli cataste di tronchi, rami, fogliame, sporcizia mai raccolti, mai puliti, mai manutentati, mai nulla. Ecco dov’è la tropicalizzazione! La tropicalizzazione è nelle menti di chi ci governa che, immobile nel prevenire, incapace nel fare e presuntuoso nel parlare, ha riportato gli emiliano romagnoli nella devastazione.
Bravi gli emiliano romagnoli, lodevoli i volontari della Protezione Civile, superlativi gli italiani tutti ma basta, per favore basta, elogiarli, farsi grandi dei loro meriti e continuare a lasciarli in una condizione di indegna amministrazione quale quella odierna.
La povera (si fa per dire) Priolo, in tutto ciò, è abbandonata a se stessa nel mezzo, come tutti i suoi colleghi, di un pentolone in ebollizione che, destinato ad esplodere, ora ha tracimato ovunque. Nelle manutenzioni dei fiumi, nella pulizia degli alvei, nella raccolta dell’erba dai fossi al momento dello sfalcio e nella pulizia dei tombini non c’entra il governo centrale. Anche c’entrasse, in 70 anni di illustre egemonia rossa a Modena ed in Emilia Romagna, appare sconcertante come chi ci amministra non sia mai riuscito ad attuare misure per fare il proprio lavoro. Vuoi dire che sia sempre colpa di Roma? Forse, è il caso che i nostri politici facciano due passi indietro e gli emiliano romagnoli due in avanti, nel prendere in mano le proprie sorti, perché chi ne è affidatario oggi è tutto fuorché meritevole, per capacità mentali e gestionali.Modena, Bologna e l’Emilia Romagna tutta gode di prestigiose Università.
Possibile che mai nessun politico abbia pensato di chiamare a rapporto il Magnifico Rettore di una di queste, chiedere di farsi mettere in contatto col Dipartimento di Idraulica della Facoltà di Ingegneria e fare un’analisi, seguita da pianificazione, per mettere in sicurezza i propri corsi d’acqua, nella progettazione, nell’adeguamento e nelle attività ordinarie? Bello riempirsi la bocca con l’università di Bologna come la più antica del mondo e giocare ad a-bi-bo per scegliere a quale illustro personaggio dare una laurea honoris causa, ma poi? Da quanto appare coi fatti concreti, sembra che i nostri politici non soltanto non abbiano l’umiltà per farsi affiancare, ma nemmeno la capacità mentale per sapere ciò che occorre fare per iniziare a mettere in fila le cose davvero importanti per governare un territorio. Sono fortunati che, qui, la gente lavora duro e si fa un gran mazzo, portando risultati eccellenti in qualunque condizione sia messa ad operare. Questa fortuna, però, basata su meriti altrui, è presto svelata e il castello è crollato, perché le sue fondazioni son risultate esser fatte, strato dopo strato, solo da chiacchiere e saccenteria. Sarà servita agli emiliano romagnoli questa terza alluvione per comprendere che occorre un cambio di rotta e che “la cosa pubblica” è di dominio di ognuno di tutti. Gli emiliano romagnoli lo sanno che la perfezione non esiste, che la vita è dominata da difficoltà, che gli errori sono propri di chi fa, ma qui, a parte parlare, dei nostri politici non fa niente nessuno, che è diverso.
Eli Gold