Perciò, dopo aver ascoltato il candidato sindaco di Cavezzo Stefano Venturini parlare con effettiva conoscenza di causa di questo grandissimo problema della criticità idraulica, noi comitati lo abbiamo sollecitato a fare fronte comune con il maggior numero possibile di sindaci frontalieri rivieraschi: per fare massa critica, per poter contare, per poter opporsi alle direttive demenziali della Unione Europea, che vuole in nome della Follia-Green “lasciare i fiumi liberi di vagare” (sì, avete capito bene), abbattere 25 mila chilometri di arginature fluviali nel paesi che hanno la sventura di rientrare nella gabbia UE e quant’altro. Naturalmente, il nostro obiettivo è di riuscire a contare anche nei confronti di una Regione che ha dimostrato finora col proprio non-fare di allinearsi supinamente ai dettami-suicidi di cui sopra.
Nella serata in cui abbiamo avuto il piacere di conoscere Venturini (detto per inciso, laureato in Scienze Naturali e in Scienze per l’Ambiente e il Territorio) il quale conosce
Per la cronaca, l’incontro non è stato supportato da proiezioni di slide, ma si è creato in contrapposizione un clima molto vivace e aperto, spontaneo e che ha favorito un clima di amicizia.
Purtroppo il 10 aprile 2024 è stato pubblicato il PUG (Piano Urbanistico Generale) delle Terre d’Argine. Questo documento ne recepisce un altro: il PGRA (Piano di Gestione Rischi Alluvioni), strumento operativo volto ad affrontare il rischio alluvioni, il cui compito comprende anche la salvaguardia del bacino padano nel quale rientra anche la regione Emilia-Romagna con le
Il fatto è che la Direttiva Alluvioni del PGRA prevede tutti gli aspetti della gestione del rischio alluvioni dalla prevenzione alla protezione, alla preparazione e all’allertamento, fino a gestire l’inondazione controllata in determinate aree.
A questo punto i cittadini frontalieri rivieraschi si pongono una legittima domanda, a proposito di inondazione controllata dal momento che il fiume Secchia oggi è interamente assestato all’irrisorio tempo di ritorno TR 20 mentre dovrebbe esserlo al TR200 come preconizzato dalla comunità scientifica internazionale; ma non solo: lo stesso PGRA prende come parametro di riferimento (per affrontare il tema della mitigazione del rischio) il PAI (Piano Stralcio per Assetto Idrogeologico) il quale ha disegnato un assetto delle difese idrauliche contro i fenomeni di piena con tempi di ritorno di 200 anni. Allora perché i cittadini dovranno sobbarcarsi le spese di adeguamento alle prescrizioni di sicurezza in caso di adeguamento dei fabbricati? Ciò, tanto più dopo oltre trent'anni di incuria nei confronti del fiume? Ma non è finita. Il fatto più grave è che questo documento è stato emanato in sordina, con termine di presentazione di eventuali ricorsi al TAR 9 giugno 2024.
Ah, dimenticavamo: presentato così, il PRGA prevede solo la difesa passiva. E quella attiva?
Vittorio Cajo’, per i Comitati ArginiaMO, Secchia, Salute Ambientale di Campogalliano, Respiriamo Aria Pulita di Modena