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Governo Draghi, eppure la democrazia ha bisogno dei partiti...

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La democrazia ha bisogno dei partiti, ma di partiti veri, non gestiti da persone costruite dall'iter che hanno come curriculum


Governo Draghi, eppure la democrazia ha bisogno dei partiti...
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Ho trovato (inviato da un amico Grillino un po’ sconvolto) un post col quale il 4 febbraio scorso l'ex ministro Spadafora volendo salutare tutti, a conclusione della sua esperienza di governo, ringraziava per l'occasione offertagli in quanto 17 mesi prima non ne sapeva nulla di sport (il ministero che è stato chiamato a presiedere) e che ha imparato tante cose.

Ecco, soprattutto per un esponente della cosiddetta antipolitica, questo non sarebbe un vanto.
Anzi, a mio avviso non dovrebbe esserlo per nessuno. Vorrei essere capace di comporre un'ode alle competenze. Vorrei che nessuno si trovasse, da apprendista, ad avere le mani sul timone di una nave passeggeri. Mi piacerebbe che fosse curata sempre la formazione delle classi dirigenti e che l'improvvisazione fosse considerata un reato.

Perché purtroppo da molto tempo l'ignoranza viene considerata un valore e il sapere è confuso con l'arroganza e la saccenteria (leggi 'tuttologi').

Al contrario, e soprattutto nei momenti più critici, vorremmo affidare il corso della vita pubblica a persone che ne sanno prima e non dopo l'esperienza di governo. E badate che non sono tra quelli che dicono che le competenze si acquisiscono solo con lo studio. Possono arrivare anche con l'esperienza. Ma non avere né l'una, né l'altra, è grave.
Distinguere un governo tecnico da uno politico è un falso problema. Abbiamo bisogno di persone competenti. E oneste. Chi ha orecchi per intendere intenda...

Credo che la tempesta del virus - come si fa, oggi, a giudicare un governo, se non a partire da qui - abbia fatto la sua parte nonostante problemi, ritardi, contraddizioni, com’era inevitabile, anche se poteva avere più coraggio e affrontarlo di petto come gli consigliavano i tecnici della sanità, ma il rumorio delle classi economiche ha avuto il sopravvento e ci troviamo all’oggi dove il ministro della Sanità blocca qualche ora prima dell’apertura la stagione sciistica.

Giusto? Sbagliato? Il problema non è questo, ahimè, è il profondo stato di frustrazione politica che detta questi comportamenti. Continueremo così? Un colpo alla botte e uno al cerchio o sarà impostata una programmazione reale a partire dai dati reali della situazione?

Apparentemente tutti felici e sollevati dopo il conferimento di fare il governo a Draghi. Salvini attraverso i suoi ministri ha già iniziato a fare governo e opposizione insieme.
Adesso la prova del fuoco passa attraverso i vaccini e la programmazione di spesa dei 209 miliardi europei. Il presidente Mattarella ha richiamato le forze politiche alla serietà, alla collaborazione, al senso del dovere e ha sollecitato a non sprecare tempo, energie ed opportunità per inseguire vantaggi di parte.
Adesso occorrono visione d’insieme, competenza e soprattutto coesione. I problemi dell’oggi si risolvono solo affidandosi al dialogo, alla collaborazione, al lavoro di squadra e non agli aut aut.

La formazione del governo Draghi ha provocato e continuerà a profondi movimenti all’interno del sistema dei partiti. Soltanto il tempo consentirà di valutarne appieno le conseguenze, ma intanto l’impatto è stato fortissimo. E’ stato lo stesso sistema dei partiti in quanto tale ad essere messo in discussione nella sua incapacità di esprimere una maggioranza parlamentare adeguata a fronteggiare problemi e impegni cruciali per la vita del Paese. Oggi il sistema dei partiti si è rivelato estremamente fragile, sempre meno radicati nel tessuto sociale, sempre più spesso ridotto a macchina di consenso al servizio di un leader e come tali legati alla volatilità degli umori degli elettori. Dove stanno finendo le forze politiche organizzate e non “personali” dal livello locale al nazionale. Nonostante la situazione attuale continuo a credere nell’importanza di questi. La democrazia ha bisogno dei partiti, ma di partiti veri, non gestiti da persone “costruite” dall’iter che hanno come curriculum.

Urge il bisogno di riprendere in mano l’art. 49 della Costituzione, laddove si legge che “tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale”. Quindi, partiti come associazione di cittadini innanzitutto, e che operano con metodo democratico: non solo nell’agone politico, ma anche nei meccanismi di partecipazione interna, secondo una interpretazione che si è andata sempre più affermando e che ancora non ha dato luogo a esiti stringenti.

La fase che si è aperta con il governo Draghi, proprio con il suo non identificarsi con alcuna formula politica, potrebbe rappresentare un’occasione straordinaria per la rigenerazione dei partiti nel senso indicato dalla Costituzione. Ma bisogna avere la volontà, il coraggio di coglierla questa occasione, cessando di sostenere burocrati ingessati e cementati nel loro ruolo come predestinati, ma per favore!
Anche la politica è un lavoro ma tutto con il tempo si ossida, girare, fare esperienze con la gente matura, certamente non può maturare chi si sente già maturo, dal locale al nazionale. Manca la libertà di far volare le proprie idee, di non avere vincoli, dipendenze. Fino a quando il nostro mondo non inizierà ad accorgersi che urge porsi dei limiti avremo sempre di più davanti le ingiustizie compiute, i privilegi già consumati, le disuguaglianze calcificate, le dipendenze incancrenite. Mi auguro solo che i popoli portino i governi verso la direzione di restituire soldi, dignità, e vera libertà, una libertà ben diversa da quella millantata con programmi che fingono di essere al servizio degli altri. In questa direzione mi auguro che vadano i dirigenti del PD, non certamente molti degli attuali.

Nella situazione in cui si trova il Paese sono inaccettabili questi comportamenti, ancora una volta si parte dalla divisione dei poteri a prescindere... Come sono lontani i tempi di leader come Togliatti e Berlinguer, per citare i due poli più alti della sua storia. Oggi l’elaborazione politica si è talmente indebolita che sembra normale che i ricchi sono diventati sempre più ricchi, i poveri sempre più poveri. La forbice della ricchezza si è andata sempre più aprendo, Don Ciotti nella sua ultima intervista a Repubblica ha evidenziato con forza la vigliaccheria di combattere i poveri mentre urge combattere la povertà.

La politica si è indebolita, in metamorfosi insopportabili, tali da rendere il rapporto tra la classe politica della pur esecrata prima repubblica e quelle circense dei nostri anni un esercizio di clamorosa indecenza. Non si tratta di nostalgismo, ovviamente, ma delle colonne portanti di una politica degna di reggere il mondo, si tratta di verificare se non sia possibile tornare alla determinazione, alla ricchezza di una cultura politica di alta e trasparente coerenza, la rettitudine, la coscienza affinché la politica sia realmente la più alta forma di altruismo.

Adesso è arrivato Enrico Letta, persona rispettabilissima, preparata e spero rispettata, ha detto con determinazione: credo alla forza e al valore della parola, chiedo a tutti coloro che domenica voteranno di ascoltare la mia parola, di votare sulla base della mie parole, sapendo che non cerco l’unanimità, ma la verità nei rapporti tra di noi per uscire da questa crisi e guardare lontano. Aprirò sulla base di quelle parole un dibattito in tutti i circoli: chiedo alle democratiche e ai democratici nelle prossime due settimane di discutere e poi faremo sintesi per trovare le idee migliori per andare avanti insieme”.
Dico soltanto che alle parole devono seguire i fatti altrimenti, il più urgente è togliere il fiato alle “correnti” per immetterle in un confronto franco e leale, nella ricchezza delle differenze che non è scontro ma dialogo, solo ricreando quest’humus dal locale al nazionale il Pd può dare un reale impulso di cambiamento.
Antonio Vermigli – parte del direttivo di Nonantola

Redazione Pressa
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La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli. Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, ..   Continua >>


 
 
 
 


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