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'Una nuova legge a difesa del suolo per mettere in sicurezza il territorio ed evitare di dover fare ogni volta la conta dei danni'. Torna a chiederla il presidente regionale dell'Unione nazionale comuni enti montani (Uncem), Giovanni Battista Pasini, per contrastare il fenomeno del dissesto idrogeologico.
Gia' a gennaio 2016, in occasione della conferenza regionale della montagna di Castelnovo ne' Monti, l'Uncem aveva invitato la Regione a varare un piano di investimenti pubblici, che destinasse alla manutenzione della montagna almeno 25 milioni di euro annui, 15 dei quali provenienti dai consorzi di bonifica. Una cifra considerata necessaria per superare l'attuale logica dell'emergenza: 'La prevenzione costa meno degli interventi per riparare i danni e crea anche occasioni di lavoro stabile e qualificato- conclude Pasini- occorre una svolta nelle politiche per tutela del territorio, investendo costantemente sulla sua difesa. Solo cosi' si potra' abbattere la logorante conta delle emergenze'. Emergenze che da sempre rappresentano una costante in una zona a rischio come la montagna emiliano-romagnola, dove il problema viene accentuato anche dai cambiamenti socio-economici degli ultimi decenni: 'Fino al secondo Dopoguerra quasi ogni angolo del suolo appenninico veniva utilizzato per l'attivita' agricola e quindi c'era una maggiore manutenzione del territorio- spiega Pasini- oggi, con il calo demografico e l'abbandono delle campagne, non c'e' piu' chi si occupa del terreno ogni giorno e questa mancanza contribuisce al dissesto'.
Redazione Pressa
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