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La storia è nota e dimostra tutta la voglia di protagonismo eternamente insoddisfatto dei cattolici Pd e, in particolare di Francesca Maletti. All'indomani del congresso nazionale stravinto da Matteo Renzi, il gruppo dei malettiani in consiglio comunale ha scritto una lettera di fuoco al sindaco Giancarlo Muzzarelli reo - a loro dire - di avere eseguito un rimpasto favorendo gli ex Ds e punendo l'harrembante Ludovica Carla Ferrari. Una lettera firmata da 9 consiglieri (che con un gruppo ridotto a 15 dopo l'uscita dei bersaniani significa maggioranza assoluta), nella quale si chiede di fatto la sostituzione della capogruppo Grazia Baracchi (subentrata in autunno dello scorso anno a Paolo Trande).
Baracchi - insegnante di sostegno alle scuole medie, peraltro mai iscritta agli ex Ds - le cui colpe sono un mistero.
Non si capisce infatti quale sia il grave peccato (per restare a un linguaggio caro ai cattolici) che dovrebbe costringere questa capogruppo, ex consigliere provinciale, a lasciare. Ma così è. E siccome i malettiani (guidati peraltro da una Maletti che lo scorso anno si dimise da tutti gli incarichi nel Pd e in Provincia) ora possono contare sulla forza dei numeri, otterranno comunque la testa. Di Grazia. Con il placet di Giuseppe Boschini (il consigliere regionale ex Margherita che per primo ingaggiò una singolar tenzone con Muzzarelli).
Ma se una vittima senza colpe di questo braccio di ferro è la Baracchi, l'altra vittima sarà certamente il consigliere, segretario cittadino Pd Andrea Bortolamasi.
Il bonacciniano Bortolamasi infatti aveva fatto sapere all'indomani della lettera dei 9 che nel caso di cacciata del capogruppo si sarebbe dimesso egli stesso.
E che morisse Sansone con tutti i renziani (quelli della prima ora s'intende, mica quelli del voltagabbana, verso Piergigi Bersani, Stefano Bonaccini).
E allora che fare? Il compromesso raggiunto pare sia sui tempi. Bortolamasi avrebbe ottenuto un ritardo nella staffetta. Insomma, la Baracchi verrà cacciata sì, ma non subito, sperando che la gente si scordi di quel 'me ne vado anch'io' di Bortolamasi. Del resto la gente Pd ha la memoria corta (basti pensare alle promesse di Renzi...) e Bortolamasi ha pure ambizioni da sindaco.
Non solo. Il segretario cittadino avrebbe anche ottenuto un veto sul nome scelto dai malettiani. I 9 infatti vorrebbero come capogruppo Fabio Poggi, ma Bortolamasi non ci sta. Meglio allora puntare sul richettiano Diego Lenzini. Consigliere più mite, e decisamente meno preparato, avveduto ed esperto, di Poggi.
Leo