Nei suoi componimenti Foscolo seppe unire il fascino per la cultura classica con la passione rivoluzionaria e patriottica. Il romanzo epistolare 'Ultime lettere di Jacopo Ortis e il carme 'Dei Sepolcri' sono ancora oggi tra le sue opere più significative.
L'approccio di Foscolo al neoclassicismo è molto profondo: nel sonetto 'A Zacinto' l'esule Ulisse è quasi la controfigura del Poeta stesso. Per Foscolo il neoclasicismo non è solo una moda: nelle forme della mitologia classica egli trasferisce la materia autobiografica dando vita a un neoclassicismo 'di sostanza'.
Foscolo è fondamentalmente pessimista, le sue esperienze lo portano a credere che l'uomo è per natura malvagio e finisce per pensare che la società è una guerra, in cui vince il più forte.
Nonostante ciò, non riesce a rassegnarsi che la sua vita sia destinata a estinguersi con la morte. Nelle sue opere continua pertanto a cercare soluzioni per salvare l'azione umana e la sfera spirituale.
Nella poesia e nell'arte, Foscolo, riesce a trovare dei valori che diano senso alla vita. Per il Poeta un altro rifugio disponibile per l'uomo, oltre la poesia.
Il compito del poeta è quello di mediare tra pessimismo e illusioni e saper moderare le passioni per incanalarle verso giusti ideali.
Foscolo accentua sempre di più l'idea di una poesia creatrice in alternativa alla durezza della realtà. Il Poeta esprime questa dualità anche in due suoi personaggi: da un lato Jacopo Ortis, eroe dalle forti passioni; dall'altro Didimo Chierico, realista senza illusioni. Foscolo si può definire anche un esponente del Preromanticismo per la sua visione di una natura consolatoria ma matrigna, e per l'attenzione per i paesaggi notturni e sepolcrali.