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La data del 30 novembre è stata scelta perché ricorda la prima abolizione della pena capitale, quella avvenuta nel Granducato di Toscana, nel 1786.
Nel 2024, la pena di morte rimane una pratica controversa ma ancora attuale in molti Paesi. Il dibattito etico, legale e Umanitario intorno alla pena capitale continua a essere acceso.
Amnesty International si oppone incondizionatamente alla pena di morte, ritenendola una punizione crudele, disumana e degradante ormai superata, abolita da più di due terzi dei paesi nel mondo.
La pena di morte viola il diritto alla vita, è irrevocabile e può essere inflitta a innocenti. Non ha effetto deterrente e il suo uso sproporzionato è sinonimo di di repressione.
L'Unione Europea si è adoperata per l'abolizione definitiva della pena capitale. La Convenzione Europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo ha introdotto a livello globale il divieto di applicazione della pena capitale, sottolineando implicitamente il diritto alla vita di ogni soggetto. Nella Risoluzione 2869 del 2015 il Parlamento ha condannato la pena capitale senza eccezioni, e si è inoltre proposto di interagire con i Paesi che ancora la ritengono utile. È importante mettere in evidenza come l'Unione Europea non si è impegnata solo a sopprimere la pena di morte, bensì ha svolto e continua a svolgere un'intera azione a livello internazionale in favore di una generale restrizione del suo utilizzo. L'Unione si adopera anche per favorire l'utilizzo di misure carcerarie alternative, incoraggiando l'adesione a normative internazionali inerenti alla tematica.
La civiltà di ogni nazione si valuta anche da come funzionano le carceri, che devono essere luoghi di riabilitazione e non sovraffollati.
Foto Agenzia Nova
Redazione Pressa
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