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L'assassinio di Carlo Alberto Dalla Chiesa: 3 settembre 1982

L'assassinio di Carlo Alberto Dalla Chiesa: 3 settembre 1982

Un uomo delle istituzioni viene colpito quando 'è diventato troppo pericoloso ma si può uccidere perché isolato', così nell'ultima intervista a Giorgio Bocca


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Il Generale dei Carabinieri Carlo Alberto Dalla Chiesa, la sera del 3 settembre 1982, veniva colpito a morte in via Isidoro Carini insieme alla moglie Emanuela Setti Carraro, in quel momento al suo fianco. Ci fu anche un'altra vittima innocente uccisa barbaramente dai sicari della mafia, l'agente di scorta al Generale, Domenico Russo, di Santa Maria Capua Vetere.
Dalla Chiesa è stato per 100 giorni Prefetto a Palermo. In questo periodo, Carlo Alberto, aveva dedicato una speciale attenzione ai giovani. Il 2 giugno 1982 incontrò gli studenti del Liceo Scientifico Gonzaga di Palermo. Si trattò di una giornata importante nella storia tra mafia e Stato. Per la prima volta un prefetto andava in una scuola a lanciare agli studenti una proposta di impegno comune contro la mafia.
 

Il Generale divenne una delle figure simbolo della lotta alla criminalità organizzata. Un uomo delle istituzioni viene colpito quando 'è diventato troppo pericoloso ma si può uccidere perché isolato', così nell'ultima intervista a Giorgio Bocca, il Generale aveva descritto la sua condizione. Dalla Chiesa era infatti assediato dalla mafia, circondato da ostilità diffuse, lasciato senza i poteri che aveva reclamato quando era stato mandato a Palermo.
Il suo progetto era di colpire la struttura militare di Cosa nostra e di spezzare il sistema di collusioni tra mafia e politica.
 

A sparare a Carlo Alberto Dalla Chiesa fu un gruppo di Cosa nostra. La uccisione del Generale, della moglie e dell'agente di scorta, gettarono Palermo e il Paese intero nello sgomento. La Comunità nazionale, colpita dagli efferati omicidi, seppe reagire dando prova di unità contro i nemici della legalità. Strumenti più incisivi di azione vennero messi in campo, facendo tesoro delle esperienze di Dalla Chiesa, si resero più efficaci le strategie di contrasto alle organizzazioni mafiose. Commozione e sdegno alimentarono le speranze dei siciliani onesti, ne rafforzarono il rifiuto della prepotenza criminale.
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