Il 29 settembre 1902 morì Emile Zola, autore trai più rappresentativi del romanzo europeo e narratore dei drammi e delle miserie della gente comune, e indicato come il caposcuola del naturalismo letterario. Nato nel 1840, presto orfano e povero, Zola lavorò come giornalista a Parigi, diventando noto a 27 anni con 'Therèse Raguin', un romanzo che l'autore paragonò a uno studio di temperamenti a confronto: quello nervoso femminile e quello sanguigno maschile.
Critico letterario e artistico Zola difende la pittura anticonformista di Manet e degli altri seguaci dell'Impressionismo. I passaggi che descrive nei suoi romanzi sono gli stessi dipinti dagli amici pittori.
Teorico della scuola del naturalismo, Zola riconduce questa corrente letteraria allo 'spirito scientifico' di un secolo fiducioso nel progresso e ricco di scoperte e invenzioni.
Per oltre un ventennio Zola lavorò all'esecuzione di un grande progetto: 'I Rougan-Macquart' dove racconta la storia, attraverso un ciclo di 20 romanzi, delle vicende intricate di 5 generazioni di due rami di una famiglia dal 1852 al 1870. Protagonisti di questi romanzi sono dei borghesi e per ciascun romanzo del ciclo, Zola sceglie temi di attualità e la ricerca di una arte nuova.
Di convinzioni repubblicane, Zola crede nell'istruzione e nella conoscenza della società.
Si impegna con articoli coraggiosi e con una sorta di lettera aperta intitolata 'Io accuso' (1898).
Zola prende posizioni contro l'antisemitismo e il fanatismo in nome dell''Universale Tolleranza'.
A causa delle sue prese di posizione, l'ultimo periodo della sua vita è funestato da due processi e alcuni mesi di esilio a Londra, accompagnato da odi e calunnie nei suoi confronti.
Emile Zola morì a Parigi nel 1902 a causa delle esalazioni di una stufa.