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Giosuè Carducci nacque in provincia di Lucca il 27 luglio 1835. Fu uno dei padri della letteratura italiana moderna e primo scrittore italiano ad ottenere il premio Nobel per la letteratura. Oltre ad essere un cardine dell'insegnamento letterario del sistema scolastico italiano, Carducci, rappresentò un modello per generazioni di poeti e scrittori. Tutta la sua poesia ambì alla massima purezza e alla solennità di stile, raccogliendo l'eredità dei classici greci e latini e della lirica rinascimentale. La sua poesia più importante è 'San Martino', scritta nel 1883, essa rievoca il paesaggio agreste pieno di vitalità della Maremma Toscana.
Moderna fu la sua visione di letterato impegnato civilmente: Carducci fu eletto al Senato nel 1890 e si battè a favore degli insegnanti per il ruolo centrale della scuola nella società italiana. Il poeta aderì alle idee liberali del tempo e alla lotta contro la religione cattolica.
Negli ultimi anni di vita si avvicinò a Dio e alla Chiesa. Tra i segni di questo avvicinamento si fa riferimento alle poesie 'Sogno d'estate' e 'Sabato Santo'.
Nel 1892 sotto una immagine del 'Cristo del Monte Verde', che gli venne mostrata dalla Marchesa di Villamarina egli scrisse di suo pugno questa quartina:
Le braccia di pietà che al mondo apristi,
Sacro Signor, da l'albero fatale,
Piegale a noi che, peccatori e tristi,
Teco aspiriamo al secolo immortale.
Giosuè Carducci morì il 16 febbraio 1907 a Bologna e fu sepolto nel cimitero monumentale della Certosa.
Redazione Pressa
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