La traslazione della sacra Sindone, a Torino, avvenne il 15 settembre 1578, su iniziativa di Emanuele Filiberto.
La Sindone era conservata a Chambéry quando, nel 1532, subì danni a causa di un incendio. Il telo sacro è rimasto a Torino fino ad oggi, con due trasferimenti provvisori: a Genova nel 1706 e in Campania per proteggerla dalla Seconda Guerra Mondiale. La Sindone è ora conservata, in una teca speciale, nel Duomo di Torino, in condizioni che garantiscono la massima sicurezza, con controllo costante dei parametri ambientali.
La Sacra Sindone è un lenzuolo di lino, nel quale è visibile l'immagine che porta segni interpretati come dovuti a maltrattamenti e torture compatibili con quelli di un condannato alla crocifissione e descritti nella passione di Gesù. Molte persone identificano la vittima di tali torture con Gesù e il lenzuolo con quello usato per avvolgere il corpo. Il lenzuolo ha una forma rettangolare di circa 441 cm. X 111 cm; è tessuto a mano con trama a spina di pesce. Le bruciature più vistose del telo sono state causate dall'incendio scoppiato il 4 dicembre 1532, in cui la Sindone rischiò di essere distrutta.
Il lenzuolo riporta due immagini che ritraggono un corpo nudo, a grandezza naturale, una di fronte e l'altra di schiena. L'autenticità della Sindone è stata a lungo dibattuta.
Dal XX secolo la Chiesa Cattolica ha scelto di non esprimersi ufficialmente sulla questione dell'autenticità, lasciando alla scienza il compito di esaminare le prove a favore e contro, ma ne autorizza il culto come icona della passione di Gesù. Diversi Pontefici moderni, da Papa XI a Papa Giovanni II, hanno inoltre espresso il loro personale convincimento a favore dell'autenticità.


 
 

 
 
 
 
 
 
 
