Per opera di Vincenzo Peruggia, il 21 agosto 1911 venne rubata La Gioconda. Il furto avvenne verso le sette della mattina, giorno di chiusura del Louvre. Vincenzo Peruggia entrò nel museo attraverso la porta Jean Goujon, usata di frequente dagli operai, è si diresse al Salon Carrè, senza che alcuna persona si accorgesse della sua presenza, rubò il celebre dipinto.
Ad accorgersi del furto fu il pittore Louis Bèroud che si era recato, per svolgere il suo lavoro da compista. Aveva intenzione di ritrarre proprio la Gioconda.
Giunto davanti al muro, dove era appeso il preziosissimo quadro, si accorse della scomparsa del dipinto. Si trattava del più grande furto di un'opera d'arte da un museo: il colpo del secolo. Immediatamente la polizia francese iniziò a interrogare tutti coloro che erano stati al Louvre durante lavori di manutenzione, ma senza alcun risultato. Le autorità francesi pensarono addirittura ad un colpo di stato dei tedeschi.
Le pagine dei giornali parlarono a lungo del furto e il Louvre rimase per ben due anni senza la sua Monna Lisa. Nel 1913 il quadro della Gioconda comparve a Firenze.
Vincenzo Peruggia, l'impavido Lupin, aveva nascosto il celebre dipinto in un Hotel dove alloggiava. Il nostro compatriota, aveva rubato la Gioconda con l'intento di restituire all'Italia quel capolavoro che pensava ci fosse stato rubato da Napoleone. Il direttore degli Uffici, diede comunicazione alle autorità, e il prefetto fece arrestare il ladro. Il processo si svolse nel giugno del 1914 e nel frattempo la Gioconda tornò al Louvre. A Peruggia fu riconosciuta l'attenuante dell'infermità mentale e di conseguenza la sua mancanza di pericolosità per la società; fu condannato ad un anno e mezzo di prigione, ma la sua ingenuità destò simpatia nel pubblico che avrebbe voluto per lui una pena più indulgente.
Vincenzo Peruggia ruba la Gioconda: 21 agosto 1911

A Peruggia fu riconosciuta l'attenuante dell'infermità mentale e di conseguenza la sua mancanza di pericolosità per la società
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