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Grazie ad uno speciale restauro (finanziato da Fondazione Cassa di Risparmio, 8 per mille alla Chiesa cattolica, parrocchia e donatori anonimi) risplendono due gioielli della chiesa abbaziale di San Pietro a Modena: l'organo monumentale e la cantoria affrescata. A celebrare tutto arriva ora 'Il soffio celeste', un ciclo di eventi a tema (l'ultimo il 28 giugno) che prenderà il via domani alle 20.30 con un concerto dell'organista Matthew Martin, esperto di Bach e al suo primo concerto in Italia. Primo anche per potere riascoltare il suono di questo straordinario strumento, 'il più bello se non tra i più belli d'Europa' - ha affermato questa mattina il maestro organista Stefano Pellini di Modena nel corso della presentazione dei lavori eseguiti, e conclusi magistralmente, alla presenza del parroco di San Pietro, dell'architetto Vincenzo Vandelli, che ha coordinato il progetto di ristrutturazione dell'abbazia benedettina di San Pietro, oltre che le opere strutturali legate al luogo interno alla chiesa (la cosiddetta 'cantoria' completamente smontata per la ristrutturazione post terremoto e rimontata), sulla quale ha sede il grande organo, e lo stesso organista di fama internazionale che questa mattina, per la prima volta, ha preso confidenza con lo strumento: Matthew Martin.
Di seguito La Pressa, dall'incontro di questa mattina, propone una anteprima del suono dell'organo durante suonato durante le prove, sia dalla struttura con tastiera e pedaliera, posta in una navata della chiesa dalla quale suonare lo strumento durante le funzioni liturgiche (e collegata al corpo dell'organo elettronicamente) e sia dalla cantoria, in cui ha sede l'organo stesso, ristrutturata anch'essa ma completamente meccanica.
Lo strumento, costruito nel 1524 dal bresciano Giovanni Battista Facchetti, che firmò anche l'organo della chiesa di Sant'Agostino, venne completamente ricostruito dalla ditta Fratelli Ruffatti di Padova nel 1963-64, su progetto di Luigi Ferdinando Tagliavini e Paolo Marenzi, col riutilizzo del materiale antico superstite.
Nel recente restauro, a cura della stessa ditta costruttrice, si è intervenuti sull'organo senza modificare la sua storia e la sua fisionomia.
Dopo il delicato lavoro di rimozione di tutte le parti dell'organo dalla cantoria, il materiale è stato trasportato in laboratorio a Padova dove, finiti i lavori di consolidamento della cantoria e restauro degli affreschi, lo strumento è stato ricomposto. Già dopo gli interventi eseguiti all'inizio del Settecento, infatti, si erano formati diversi dissesti a causa dello smontaggio di parte dell'organo e, piu' tardi, dell'occlusione degli archi di sostegno della tribuna. Solo nel primo '900 si decise un primo serio intervento di consolidamento. Dopo il sisma del 2012, con l'aggravarsi del dissesto, e' stata avviata una ricognizione dell'organo e della cantoria.
Redazione Pressa
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