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E' una delle patologie più frequenti nelle donne in età fertile e secondo le stime solo in Italia ne soffrono almeno tre milioni di donne. Parliamo dell'endometriosi, patologia subdola e dolorosa, spesso invalidante che ancora oggi è soggetta a diagnosi tardiva, valutata intorno ai 7 anni con gravi ripercussioni psicologiche per la donna. Il picco si verifica tra i 25 e i 35 anni e il dolore può essere cronico e persistente, ma generalmente i sintomi si aggravano durante il periodo mestruale. L’endometriosi è causa di sub-fertilità o infertilità (30-40% dei casi) e l’impatto della malattia è alto ed è connesso alla riduzione della qualità della vita e ai costi diretti e indiretti. Una pronta diagnosi e un trattamento tempestivo possono migliorare la qualità di vita e prevenire l’infertilità. Ma le cause della patologia così come una cura risolutiva ad oggi risultano sconosciute.
Proprio per accendere i riflettori su una patologia che necessita un monitoraggio costante, osservatori regionali e soprattutto fondi per la ricerca la giornalista modenese Valentina Reggiani ha deciso di raccontare il proprio calvario. Una vera e propria battaglia contro l'endometriosi intrapresa quando ancora era adolescente. L'autrice spiega di aver atteso anni prima che la patologia le venisse diagnosticata e riconosciuta e come ciò sia avvenuto soltanto grazie alla sua determinazione. Poichè per tanto, troppo tempo le donne affette da endometriosi si sono viste additare come 'pazze'; come giovani incapaci di accettare il 'lieve' dolore causato dal ciclo mestruale. La giornalista nel libro, edito da Incontri Editrice di Sassuolo e con la prefazione di Maria Rita Parsi ripercorre le fasi di una patologia che le ha cambiato la vita: dall'esordio ai numerosissimi interventi a cui negli anni si è sottoposta negli anni per sradicare dagli organi i focolai endometriosici che si sviluppano soprattutto nel basso ventre (ovaie, intestino o vescica), più raramente in altri organi (cute, polmoni).
Dai tanti tentativi di procreazione assistita fino alla terribile sentenza di infertilità.
Un racconto sofferto che vuole essere anche una mano tesa verso tutte le donne che negli anni si sono sentite sole nel lungo cammino verso una diagnosi prima e ripetute cure e interventi chirurgici dopo. Ma il testo rappresenta anche un appello alle istituzioni affinchè la ricerca vada avanti; affinchè vengano formate equipe multidisciplinari esperte nell'asportazione dei focolai e affinchè le grida di dolore di tutte queste donne affette dalla patologia non restino inascoltate. Il testo racchiude anche la testimonianza di altre ragazze che hanno deciso di rendere pubblico il proprio calvario così come quella di medici esperti.
Redazione Pressa
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