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Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil, dopo la Mobilitazione Nazionale del 24 giugno degli addetti delle mense e delle pulizie dei settori scolastici e mense aziendali, svoltasi anche a Modena davanti alla Prefettura, continuano a denunciare la difficile situazione dei lavoratori e delle lavoratrici che sono ancora in attesa del pagamento degli ammortizzatori sociali.
'Il Personale in appalto, principalmente addetto alle mense della ristorazione aziendale, 'da mesi senza reddito', vive una vera e propria emergenza sociale, legata ai ritardi nell'erogazione degli ammortizzatori sociali da parte dell’INPS, nonché alla mancata chiarezza sui termini di presentazione della relativa domanda da parte di alcune Aziende' - denunciano sindacati e lavoratori.
'La situazione è ancora più critica, infatti, nelle aziende multilocalizzate (cioè presenti con la loro attività di ristorazione su più territori), che hanno dovuto presentare domanda di cassa integrazione presso il Ministero: in questi casi il passaggio burocratico è sostanzialmente doppio poiché occorre ottenere sia l’autorizzazione del Ministero sia quella dell’INPS.
Nonostante le Organizzazioni Sindacali abbiano controfirmato alle aziende di Ristorazione Collettiva - Cir Food, Compass Group, solo per citarne alcune presenti sul territorio bolognese - i verbali di richiesta di cassa integrazione in deroga in aprile, ad oggi i lavoratori sono ancora in attesa dell’erogazione dello stipendio di marzo'.
La pandemia del Covid19 ha aumentato la disparità storica di trattamenti economici fra i lavoratori diretti e quelli in appalto, rimarcando che esistono lavoratori di Serie A e lavoratori di Serie B, con un’ulteriore discriminazione creata dalla normativa, la quale prevede l’anticipo per chi è in FIS e il pagamento diretto dall’INPS per chi in CIG Deroga.
Aziende come Gd Coesia, Telecom, Vodafone, Enel e Magneti Marelli, hanno posto i propri lavoratori diretti in Smart Working o comunque con una sicurezza di continuità reddituale completamente assente per i lavoratori in appalto; oltre a questo restano le incertezze legate alla ripartenza del servizio.'
'Per queste ragioni, le organizzazioni sindacali - concludono in una nota congiunta le rappresentanze di settore di CGIL, Cisl e Uil - hanno aperto degli stati di agitazione in alcune aziende del settore, per denunciare il disagio dei lavoratori, e non escludono altre iniziative per mantenere alta l’attenzione sui lavoratori in appalto e chiedere lavoro, dignità e reddito'