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Nei quattro anni trascorsi dall'ultimo congresso 'sono state oltre 4.200 le vertenze individuali gestite, oltre 900 quelle collettive'. E tra le vertenze collettive, due nomi spiccano senza alcun dubbio: 'Castelfrigo e Maserati'. Lo scandisce dal palco del congresso Cgil, oggi a Modena, Manuela Gozzi, segretario uscente che procede verso la conferma, attesa alla fine della seconda giornata di lavori domani sera. Di fronte a istituzioni e colleghi seduti in prima fila, Gozzi torna dunque sul caos carni, riemerso in questi giorni con l'inchiesta della procura a carico di cinque societa' dell'area di Castelnuovo. Ricostruisce la segretaria Cgil: 'Attraverso la vertenza Castelfrigo si è posto all'attenzione della politica e delle istituzioni le distorsioni del mondo degli appalti evidenziando tutte le criticita'', tra 'massimo ribasso anche al di sotto dei minimi contrattuali, contrazione dei costi che si riflette esclusivamente sulle condizioni dei lavoratori, mancata applicazione dei contratti, mancato versamento dei contributi previdenziali e assistenziali' ma anche 'ricatto occupazionale, precarieta''.
A ciò si aggiungono 'ovvi problemi di legalità: evasione contributiva, evasione fiscale, riciclaggio', tuona Gozzi parlando di 'appalti di comodo, che trovano la connivenza delle committenze, sono prevalentemente affidati a cooperative spurie e a consorzi che cambiano continuamente, ma che hanno sempre lo stesso padrone'. Passando a Maserati e al suo settore, invece, la segretaria nota che 'nonostante le azioni messe in campo in questi in anni', a partire dal recente sciopero generale del 10 maggio targato Cgil, bisogna continuare a 'lottare per ottenere un piano industriale serio, che dia prospettive anche produttive al plant di via Ciro Menotti'.
Citando insieme Castelfrigo e Maserati, allora, Gozzi le definisce 'due vertenze che evidenziano le difficoltà che anche a Modena, città che vede molti indicatori economici in crescita, ha punti di difficolta' nei confronti dei quali e' necessario non solo porre attenzione ma individuare soluzioni'.
E questo senza togliere meriti 'al Patto per il lavoro regionale e agli incontri costanti con l'amministrazione comunale a Modena', lontani dalla 'disintermediazione in essere a livello nazionale'. Tra gli altri numeri sindacali emersi al congresso, invece, Gozzi calcola che la Cgil di Modena ha chiuso il proprio tesseramento 2017 a quota 117.907 iscritti, con una media di 20.000 nuove adesioni ogni anno e con 'una maggioranza di iscritti attivi rispetto ai pensionati'. Sul congresso in corso, da giugno a fine settembre gli iscritti sono stati coinvolti in 1.579 assemblee tra luoghi di lavoro, sedi sindacali e leghe dei pensionati: ha votato il 20,25% degli iscritti, di cui il 90,37% a favore del documento 'Il lavoro e'' che registra come prima firmataria Susanna Camusso, mentre il 9,63% e' assegnato al documento 'Riconquistiamo tutto' (prima firmataria Eliana Como). Nelle assemblee anche a Modena e dintorni, ribadisce Gozzi, spesso si e' evidenziata 'la frattura' creata da Jobs Act, legge Fornero e Buona scuola, a conferma di un rapporto tutto da ricucire anche rispetto ai recenti Governi di 'centrosinistra'.
Redazione Pressa
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