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Crisi costruzioni: a Modena persi 3.400 posti di lavoro in 4 anni

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Lo calcola Lapam-Confartigianato. L'appello del Presidente di settore Claudio Boccaletti: 'Serve rilanciare le infrastrutture e modificare il Codice Appalti'. In Regione la Lega blocca la discussione sull'aumento degli oneri di costruzione


Crisi costruzioni: a Modena persi 3.400 posti di lavoro in 4 anni
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La crisi delle costruzioni e' figlia del crollo degli investimenti pubblici e a Modena, in quattro anni, ha fatto perdere piu' di 3.000 occupati. Lo calcola Lapam-Confartigianato, consultando i dati messi a disposizione nel rapporto sulle economie regionali della Banca d'Italia sviluppato dal centro studi nazionale Lapam Confartigianato. A Modena, emerge dallo studio, le costruzioni hanno perso tra il 2012 e il 2016 ben 1.674 occupati e l'indotto manifatturiero altri 2.198, mentre risultano in crescita i posti di lavoro nell'immobiliare e nei servizi professionali (+626).

Complessivamente sono stati persi 3.246 posti di lavoro su un totale di 46.099 occupati (-6,6%). La filiera della casa sul totale 'pesa' per il 26% delle imprese attive, e per il 18,1% degli occupati (a Modena sono 15.188 le imprese attive, divise tra 7.155 aziende nelle costruzioni, 918 dell'indotto manifatturiero e 7.115 tra immobiliare e servizi professionali.

'A fronte di questi numeri- ha commentato il presidente delle Costruzioni Lapam, Claudio Boccaletti- diventa difficile sostenere la tesi secondo cui gli investimenti infrastrutturali non sono necessari, cosi' come le modifiche del Codice appalti che da tempo stiamo chiedendo ai Governi che si sono succeduti: invece di aiutare le imprese ad uscire dalla crisi, il Codice ne ha accentuato gli effetti'.

Nel frattempo in Regione, ll gruppo consiliare della Lega Nord ha bloccato la discussione in aula della delibera di Giunta che prevede la variazione della disciplina di calcolo del contributo di costruzione. 

Dopo il voto contrario in commissione ambiente e territorio, i consiglieri del Carroccio hanno bloccato i lavori in assemblea legislativa e impedito che il provvedimento varato in fretta e furia dalla Giunta Bonaccini vedesse luce.

“Abbiamo costretto la maggioranza a fare un passo indietro.

Quella che si aspettavano di licenziare nel pomeriggio è una manovra ‘contributiva’ pesantissima che pesca nelle tasche dei costruttori e in quelle del comparto edile, in un momento di grave difficoltà in termini di ripresa e rilancio del settore. Questa Giunta ha di fatto deliberato l’aumento degli oneri di costruzione ponendosi in contrasto con la normativa nazionale e senza alcun tipo di condivisione con le associazioni di categoria, i Comuni e gli stessi cittadini che, a cascata, subiranno – negli atti di compravendita – gli effetti di questi aumenti”.

È il consigliere regionale Massimiliano Pompignoli, intervenuto più volte in aula, a spiegare nel dettaglio i contenuti del provvedimento e ad esultare per l’esito della discussione. “Riteniamo che di fronte a un mercato edilizio in netta sofferenza e con deboli segnali di ripresa, una manovra al rialzo non serva a nessuno se non a rimpinguare le tasche di certe Amministrazioni. Questa proposta è passata in sordina” – conclude il leghista – “non ne è stata data pubblicità sufficiente e in pochissimi ne conoscono la vera natura.” Ed è proprio su quest’ultimo aspetto che la Lega ha punzecchiato la maggioranza: “il rischio, vista l’assenza di un’adeguata campagna informativa, era che si ripresentasse la medesima situazione dello stop agli euro 4 e che si arrivasse impreparati rispetto all'entrata in vigore della disciplina”.


Redazione Pressa
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La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli. Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, ..   Continua >>


 
 
 
 

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