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Il Covid-19 ha avuto pesanti ripercussioni su quasi tutte le cooperative modenesi e ferraresi, con conseguenze più drammatiche in filiere non riconosciute come essenziali (quali cultura, turismo, socialità), meno in altre (agroalimentare, utility, assicurazioni e finanza). L’84% delle cooperative ha infatti subìto gli effetti negativi in termine di flessione dei ricavi, aumento dei costi e dei debiti finanziari, impatto sul lavoro.
E' quello che emerge dal bilancio complessivo delle cooperative aderenti a Legacoop di Modena e Ferrara presentato questa mattina dal presidente Andrea Benini.
La crisi ha colpito le imprese indipendentemente dalle dimensioni ma le cooperative medio-grandi, grazie ad una più solida struttura organizzativa e finanziaria, hanno mostrato una superiore capacità di tenuta e di resilienza. Durante il lockdown, il 67% delle aderenti ha fatto ricorso agli ammortizzatori sociali, che hanno coinvolto circa il 30% dei lavoratori complessivi.
Grazie a riserve e disponibilità, e nonostante le perdite di fatturato e di liquidità, il 75% delle cooperative che ha fatto ricorso agli ammortizzatori è stata in grado di anticiparli ai dipendenti. In occasione del lockdown primaverile, il sistema bancario ha iniziato ad erogare le risorse previste dal Governo a sostegno del credito e della liquidità con un ritardo medio di circa 3 mesi dalle pubblicazioni dei decreti di riferimento; maggiore la prontezza nell’attivazione delle moratorie, che quasi tutte le associate di Legacoop Estense hanno richiesto e ottenuto.
L’impatto è stato diversificato per settore
Agroalimentare e pesca. Ai danni causati da cambiamenti climatici e cimice asiatica si è sommato, in Italia e all’estero, il crollo del canale Horeca dovuto alla chiusura di bar,ristoranti, hotel e mense, solo in parte compensato dall’andamento in controtendenza della GDO.
Distribuzione e consumo.
Nel lockdown sono stati penalizzati i grandi centri commerciali per le limitazioni ai movimenti sui territori, mentre hanno ottenuto risultati positivi i punti vendita di prossimità. Oggi sono pesanti le ripercussioni sulle vendite derivanti dalle chiusure prefestive e festive dei negozi nelle gallerie commerciali e dei reparti no-food negli ipermercati.
Ristorazione collettiva. Brusco stop durante il lockdown, difficoltà di ripresa delle mense scolastiche e universitarie e dell’utilizzo dei buoni pasto; anche lo smart working ha inciso negativamente, e incide tuttora, sui ricavi complessivi.
Industria. Hanno tenuto parzialmente le imprese cooperative collegate alla filiera della GDO e quelle a forte internazionalizzazione. Danni significativi per le attività concentrate sul mercato domestico.
Cooperazione sociale. Ha dimostrato una grande professionalità nel rispondere all’emergenza, affrontando anche i costi organizzativi per la gestione in sicurezza delle strutture. Problematica la carenza di personale infermieristico, assorbito dalla Sanità. Dopo lo stop ai servizi educativi e assistenziali in presenza, la ripartenza è stata complessa, ma è stata positiva la collaborazione pubblico/privato.
Filiera costruzioni. La sospensione dei cantieri ha avuto ripercussioni su tutta la filiera. Si rilevano però andamenti diversificati per chi ha una presenza significativa all’estero.
Trasporti e logistica. Hanno tenuto i servizi legati alla logistica agroalimentare, alla lavorazione carni e alla distribuzione dei generi essenziali.
Pulizia e igiene ambientale. Alla ripartenza, l’elevata richiesta delle attività di sanificazione ha parzialmente compensato le perdite causate dalle riduzioni dei servizi in fase di lockdown.
Cultura. Pesantissime ripercussioni per tutti i servizi legati a cultura e turismo (teatri, mostre, spettacoli, eventi, convegni, congressi, fiere, circoli e polisportive) con perdite ingenti (picchi fino al 90% del fatturato totale) che perdurano nel periodo autunnale.
Solidarietà
Nonostante le pesanti conseguenze del lockdown, le cooperative si sono attivate a sostegno dei territori e delle comunità di appartenenza, a partire dalle donazioni al sistema sanitario (oltre 900.000 euro), che si sono aggiunte a innumerevoli azioni di solidarietà. Significativa la disponibilità a sostenere attività del settore culturale, fortemente in crisi: a Ferrara si sono sostenute esperienze come l’Arena Coop Alleanza 3.0 – il cinema all’aperto di Parco Pareschi – il Festival Riaperture e la Biennale Donna; a Modena la prima edizione di DIG, il Festival Tragitti, Màt, Il festival della Filosofia.
Forte la volontà di guardare al futuro, con iniziative volte a favorire l’autoimprenditorialità cooperativa. In primis, la prima edizione del Bando Coopstartup Estense, che ha messo a disposizione oltre 50.000 euro per nuove startup cooperative: 17 i progetti selezionati per il percorso di affiancamento e tutoraggio, che porterà a premiare i 5 migliori progetti. Ma anche la sottoscrizione con i sindacati del Protocollo sui Workers Buyout, volto a sostenere i lavoratori di imprese in crisi o con problemi di ricambio generazionale, che vogliano costituirsi in cooperativa per salvaguardare la produzione e il proprio posto di lavoro.
Sul versante della cooperazione fra cooperative sono poi proseguite le operazioni di fusione e aggregazione volte a dare maggiore solidità e prospettive di sviluppo, sono stati attivati consorzi e reti fra imprese – come CON.UNO, il Consorzio di Goro e Comacchio per la gestione del novellame, e la rete per la produzione e commercializzazione di mascherine – e si sono valorizzate le filiere territoriali.
Prospettive
L’ultima indagine congiunturale – promossa dal Centro Studi Legacoop – ha rilevato il sentiment delle cooperative per i prossimi mesi. A fronte di un calo nella domanda di prodotti/servizi riscontrato nello scorso quadrimestre dal 46% delle cooperative, nei prossimi mesi il 68% si aspetta una domanda stazionaria. Anche rispetto all’occupazione le previsioni sono stazionarie: il 75% delle cooperative non interverrà sul personale. Il 36% indica però la necessità della cassa integrazione nei prossimi 4-6 mesi, soprattutto nei settori della cultura, dei servizi e del sociale. La maggior parte delle cooperative prevede una progressiva ripresa sul lungo termine, ma per il 9% i danni saranno permanenti.
Numeri
Legacoop Estense associa fra Modena e Ferrara 209 cooperative, con circa 480.000 soci, 31.000 occupati e un valore della produzione di 6,4 miliardi di euro. La prevalenza mutualistica, che misura la partecipazione attiva da parte dei soci alla vita della cooperativa, ha una media del 79% (+2,5% rispetto all’anno precedente). L’occupazione rimane stabile a circa 31.000 addetti, con l’86% di rapporti a tempo indeterminato; oltre 50% la quota di occupazione femminile (media regionale 44%). Significativo il numero di cooperative con Rating di Legalità, giudizio espresso dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato: nelle province di Modena e Ferrara può vantarlo il 3% delle cooperative, a fronte dello 0,2% di imprese di capitale. In totale risultano assegnati 253 rating di cui il 20% alle imprese cooperative