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Modena, maxi operazione della Finanza: scoperta 'banda dei fallimenti'

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Le indagini hanno anche consentito di accertare la disponibilità di armi da fuoco da parte di alcuni componenti del gruppo criminale. Sequestro per un milione


Modena, maxi operazione della Finanza: scoperta 'banda dei fallimenti'
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Questa mattina la Finanza di Modena ha dato esecuzione ad un’ordinanza di misure cautelari nei confronti di 13 soggetti (di cui uno in carcere, uno agli arresti domiciliari ed 11 obblighi di presentazione alla polizia giudiziaria), indagati per reati che vanno dalla bancarotta fraudolenta all’associazione a delinquere finalizzata alla commissione di una serie indefinita di delitti di natura fiscale, fallimentare e trasferimento fraudolento di valori.
Contestualmente è stato eseguito un sequestro preventivo d’urgenza per circa un milione di euro, corrispondente al profitto dei reati fiscali contestati, oltre che a diverse perquisizioni in materia di armi nei confronti di alcuni indagati.
Le complesse indagini – coordinate dal Sostituto Procuratore, Claudia Natalini – hanno svelato un gruppo criminale composto da soggetti di origini modenesi, irsinesi e campane, che operavano nelle province di Modena, Reggio Emilia e Parma e dediti all’acquisizione indebita di profitti derivati dal fallimento di aziende in difficoltà.


Le indagini sono state avviate approfondendo il fallimento di un’azienda operante nella bassa modenese mediante attività di intercettazione telefonica ed ambientale, pedinamenti anche attraverso l’uso di sistemi di rilevamento satellitari, oltre che dallo svolgimento di ampie indagini finanziarie e dall’approfondimento di documentazione e materiale informativo oggetto di sequestro nel corso delle perquisizioni eseguite nel maggio del 2019.
Gli accertamenti si sono sviluppati lungo due filoni principali. Il primo ha consentito di segnalare all’autorità giudiziaria competente i responsabili del fallimento di diverse società, operanti prevalentemente nel settore edile, in relazione alla distrazione del patrimonio aziendale allo scopo di arrecare pregiudizio ai creditori per diverse centinaia di miglia di euro, ed alla sottrazione e distruzione della documentazione contabile in modo da rendere impossibile la ricostruzione del patrimonio o del movimento degli affari dell’azienda fallita.


Il secondo filone investigativo ha rivelato l’esistenza di un’associazione a delinquere finalizzata al trasferimento fraudolento di valori a vantaggio del capo dell’organizzazione criminale - noto pregiudicato locale dedito in passato ad attività criminali come estorsione ed usura (R.A. di 46 anni), già colpito da misura di prevenzione antimafia, e oggi destinatario della misura coercitiva della custodia cautelare in carcere - ed alla commissione di una serie di reati in materia di imposte sui redditi e sul valore aggiunto (quali dichiarazione fraudolenta mediante utilizzo di fatture per operazioni inesistenti nonché mediante interposizioni societarie fittizie ed indebite compensazioni di crediti inesistenti).
Le indagini hanno anche consentito di accertare la disponibilità di armi da fuoco da parte di alcuni componenti del gruppo criminale. Diciannove le persone complessivamente indagate. Dagli accertamenti è altresì emerso che 3 dei 13 soggetti sottoposti a misura cautelare personale risultano percettori del Reddito di Cittadinanza, avendo dichiarato nelle pertinenti istanze di non essere titolari di alcun tipo di reddito o di percepire redditi irrisori. Nei confronti di tali soggetti sono state avviate le procedure per la revoca del beneficio.

Redazione Pressa
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