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Modena, Prismi Spa condannata per condotta antisindacale

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A seguito del trasferimento di oltre 30 dipendenti della sede modenese


Modena, Prismi Spa condannata per condotta antisindacale
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Il Tribunale di Modena ha condannato la Prismi Spa per condotta antisindacale a seguito del trasferimento di oltre 30 dipendenti della sede modenese. Lo rende noto la Cgil.
'Questi i fatti: la Prismi Spa, azienda produttrice di software, ha comunicato il 31 luglio scorso ad oltre 30 dipendenti della sede di Modena la chiusura della sede locale (in via Dalton) ed il conseguente trasferimento di tutti i dipendenti presso la nuova sede di Vimodrone (Milano). Il tutto senza informare preventivamente le Organizzazioni sindacali - spiegala Cgil -. Le lavoratrici e i lavoratori iscritti alla Filcams Cgil hanno chiesto l'intervento del sindacato per ottenere tutela nei confronti del trasferimento collettivo che avrebbe portato alla cessazione del rapporto di lavoro, vista l’impossibilità di trasferirsi in una sede così lontana dal luogo di residenza.

La Filcams Cgil si è prontamente rivolta alla Prismi chiedendo immediatamente l'apertura della procedura di consultazione prevista in caso di licenziamento collettivo, per tutelare i propri iscritti e trovare sul territorio alternative alle dimissioni in massa - come ad esempio, l'apertura di ammortizzatori sociali, la possibilità di ricollocare lavoratrici e lavoratori, o, ancora, la possibilità di concordare lo smart working - ma la società non si è resa disponibile ritenendo che il trasferimento non fosse un licenziamento “indiretto” e che non vi fosse alcun obbligo per la società di aprire tale procedura e avviare un tavolo di confronto.
Per questo motivo la Filcams Cgil di Modena ha deciso di rivolgersi al Tribunale per contrastare una decisione che riteneva - a ragione - un evidente comportamento antisindacale, oltre che una lesione dei diritti dei lavoratori che in 18 hanno rassegnato le dimissioni per giusta causa'.

 

L'avvocato Gabriella Cassibba che ha patrocinato la Filcams Cgil di Modena, insieme ai colleghi Laura Caputo del Foro di Modena e Carlo De Marchis del Foro di Roma, commenta: 'si tratta di una decisione molto importante a livello nazionale. Il Tribunale di Modena ha accolto la nostra richiesta di considerare antisindacale la condotta omissiva della società, nel momento stesso in cui ha imposto il trasferimento a oltre 30 dipendenti senza procedere, preventivamente, ad informare le organizzazioni sindacali. Il giudice del lavoro Marangoni, infatti, in maniera molto lineare, ha confermato l'applicabilità della nozione di licenziamento eurounitario nei casi di cessazione del rapporto di lavoro derivante da una sostanziale modifica degli elementi essenziali del contratto di lavoro imposta unilateralmente dal datore di lavoro a svantaggio del lavoratore, per ragioni non inerenti alla persona del lavoratore. Ne consegue che, in caso di cessazione del rapporto di lavoro (come nel nostro caso avvenuta attraverso le dimissioni per giusta causa dei 18 dipendenti iscritti alla Cgil e trasferiti da Modena a Vimodrone) si applica la normativa sui licenziamenti collettivi, con la conseguenza diretta che la società avrebbe dovuto coinvolgere ed informare preventivamente le organizzazioni sindacali. Per questo motivo la condotta posta in essere da Prismi Spa deve essere considerata una condotta antisindacale e va sanzionata'.

 

Secondo la Filcams Cgil di Modena 'questa è una sentenza che avrà risvolti importanti sia nella provincia modenese che sull’intero territorio nazionale. Restituisce al sindacato un ruolo attivo poiché stabilisce che l’azienda avrebbe dovuto avviare un confronto preventivo con le Organizzazioni Sindacali e pone un freno all’utilizzo indiscriminato dei trasferimenti come alternativa al licenziamento, da parte di aziende che hanno più sedi o unità produttive in vari territori e utilizzano la leva del trasferimento come strategia utile ad escludere l’Organizzazione Sindacale dai tavoli preposti al confronto'.

 

Il tribunale di Modena affermando che 'i recessi da parte dei lavoratori siano riconducibili al potere organizzativo del datore di lavoro e qualificabili quali licenziamenti ai sensi della disciplina eurounitaria, sicché il datore di lavoro avrebbe dovuto attivare la procedura di cui alla legge n. 223/1991' ha sancito un importantissimo principio che farà da deterrente per quelle società che intendano procedere a trasferimenti di massa dei lavoratori presso città distanti oltre 50 km camuffando così quelli che, di fatto, sono dei licenziamenti collettivi e portando le lavoratrici e i lavoratori a dimettersi poiché si tratta di trasferimenti inconciliabili con la propria vita privata e familiare.
'Una bella ed importante vittoria delle lavoratrici e dei lavoratori e di tutta la nostra Organizzazione Sindacale - aggiungono Laura Petrillo (nella foto) e Antonio Avallone della Filcams Cgil di Modena - Una sentenza che ha il dolce sapore della giustizia e che stabilisce che sugli abusi dei più furbi prevalgono i diritti di chi è dalla parte del giusto'.

Redazione Pressa
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La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli. Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, ..   Continua >>


 
 
 
 

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