Società Dolce, bilancio positivo: utili per oltre 400mila euro

Un fatturato di oltre 104 milioni, incrementato del 3,8% rispetto all'anno precedente
Approvato dall’assemblea dei Soci della Cooperativa, con 99 voti favorevoli, il bilancio di esercizio 2019 della Cooperativa Sociale Società Dolce, un’assemblea che per la prima volta nella sua storia si è tenuta senza la presenza fisica dei soci. In considerazione dell'emergenza legata all'epidemia Covid-19, che obbliga tutti noi ad un limitato assembramento, l’adunanza si è infatti svolta questa mattina, martedì 14 luglio 2020, attraverso la figura del “Rappresentante Designato', a cui ogni Socio, che ha voluto esprimere la propria volontà, ha inviato le istruzioni di voto.
“Il 2019 si conclude con un risultato positivo: +414.384 Euro di utile, dopo le imposte, e un Valore della produzione che supera i 104 milioni di euro (104.327.932, per la precisione), con un incremento rispetto al 2018 del 3,8%” - afferma Pietro Segata, presidente della cooperativa Sociale Società Dolce (nella foto).
Nell’anno, infatti, Società Dolce ha attraversato un importante cambiamento strategico ed organizzativo con la cessione del Ramo d‘Azienda Friuli Venezia Giulia, prima dell’estate, che ha portato a ridurre da cinque a quattro le Regioni in cui la Cooperativa opera, a cui sono seguite, in autunno, altre dismissioni di attività a minor impatto economico e patrimoniale, e una riorganizzazione delle Aree di Produzione. Sull’occupazione, le scelte sopra richiamate, non hanno avuto un impatto negativo essendo state prontamente compensate dall’acquisizione di nuovi servizi tra i quali vanno annoverati i Centri Diurni per Disabili di Trezzano sul Naviglio e di Lainate, nell’Area Metropolitana di Milano, l’Hospice, a Cremona, il Nido e la Scuola dell’Infanzia della Fondazione “Gualandi”, a Bologna, e i Nidi d’Infanzia di Sant’Agostino e Poggio Renatico nella Provincia di Ferrara.
Il numero degli addetti al 31 dicembre 2019 si è mantenuto quindi ampiamente sopra alle 3.000 unità, per la precisione 3.285 unità, con una differenza di genere ancora significativa: 2.846 donne (pari all’86,6%) e 439 uomini.
Aumentato considerevolmente inoltre il numero delle lavoratrici e dei lavoratori, non Soci, a tempo indeterminato, portandosi ad una quota significativa di 1.172 unità (erano 880 unità al 31 dicembre 2018), per effetto delle stabilizzazioni degli under 35 anni, categoria favorita dalle politiche e dai benefici introdotti definitivamente dalla Legge n. 96/2018. La Cooperativa ha infatti stabilizzato, nell’anno 2019, ulteriori 200 lavoratrici e lavoratori, di cui il 47,5% è rappresentato da under 35, attraverso la trasformazione a tempo indeterminato dei loro contratti a tempo determinato (che si aggiungono ai 300 assunti e trasformati a tempo indeterminato nel corso del 2018) ed ha assunto direttamente a tempo indeterminato ulteriori 272 lavoratori, di cui il 61,8% under 35.
Il primo trimestre 2020 ha portato ottimi risultati, ma la pandemia da COVID-19 ha sovvertito qualunque previsione sugli esiti dell’esercizio 2020: dalla fine di febbraio sono state sospese, in forza dei provvedimenti dello Stato e delle Regioni, diverse unità d’offerta della Cooperativa con conseguente temporanea contrazione del valore della produzione (-40%) e ricorso massiccio agli ammortizzatori sociali (Fondo Integrazione Salariale) per oltre 1.500 addetti. La Cooperativa ha comunque mantenuto in vita diverse attività, in particolare tutte le residenze per persone non autosufficienti e/o non autonome e tutti i servizi a domicilio, garantendo un adeguato presidio per contrastare il virus, occupazione per oltre 2.000 addetti e flussi di cassa che hanno permesso di soddisfare tutte le obbligazioni correnti per retribuzioni, forniture, finanziamenti, ecc.
“Salvaguardare 3.500 occupati stabili e il ruolo sussidiario che ha svolto il Terzo Settore in questa drammatica evenienza è un imperativo per tutti noi che ne abbiamo scritto la storia e una responsabilità pubblica per tutti coloro a cui interessa un sistema di welfare diffuso e partecipato” – chiosa Pietro Segata.

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