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Per Unipol, gruppo assicurativo leader in Italia nei rami danni, tra i primi dieci in Europa, il cui presidente è Carlo Cimbri (direttore Matteo Laterza) gli ultimi quattro anni sono stati molto positivi in termini di cresciuta, in termini industriali ed economici e in termini di radicamento nel sistema bancario italiano.
Secondo i dati riportati da Milano Finanza c’è stato il rafforzamento in Popolare di Sondrio, di cui Unipol detiene quasi il 20% e in Bper (dove la partecipazione è salita al 26,2% grazie all'ultimo share swap) che ha posto le basi per quel terzo polo del credito auspicato anche dal ministro del Tesoro Giorgetti. Bper a sua volta è cresciuta molto, prima con l'acquisto delle filiali ex Ubi e poi con l'intervento su Carige che ha messo al sicuro l'istituto genovese dopo un decennio di forte instabilità.
Sul fronte interno l'incorporazione di UnipolSai con la recente opa lanciata dalla holding ha semplificato la catena societaria e impresso un forte sprint al titolo. Secondo quanto riportato da Milano Finanza, il prossimo obiettivo di Cimbri potrebbe essere Mps. Il Mef – primo socio al 26,7% - è alla ricerca di un anchor investor per la banca senese e potrebbe vedere in Unipol l'interlocutore ideale per costruire un'operazione finanziaria e, soprattutto, industriale. Il mercato ci crede, come dimostra il recente rally del titolo che porta il bilancio borsistico degli ultimi quattro anni per Unipol a un +164%. Il total return (che considera anche i dividendi incassati, oltre al capital gain potenziale) è stato del 210%.
La notizia è positiva soprattutto per i soci storici di Unipol, cioè le grandi cooperative, che hanno potuto cancellare dai bilanci le minusvalenze sulla quota e riportare anche qualche significativa plus.
A fare da capofila è la bolognese Coop Alleanza 3.0, nata nel 2015 dalla fusione di Coop Estense, Coop Adriatica e Coop Consumatori Nord Est che ha dato vita alla maggiore cooperativa per consumatori d'Europa. Oggi il gruppo ha in mano il 22,3% di Unipol (che sale oltre il 29%, se si tiene conto dei diritti di voto), iscritto a bilancio a un valore di carico complessivo di 1,25 miliardi. Considerando che in borsa il pacchetto vale 1,51 miliardi, per la coop presieduta da Mario Cifiello emerge una plusvalenza teorica di circa 260 milioni di euro che va a sommarsi agli oltre 167 milioni di cedole incassate tra il 2022 e quest’anno. Una plus da una cinquantina di milioni emerge anche se si considera l’effetto diluitivo della fusione con UnipolSai che dovrebbe portare Coop Alleanza poco sotto il 19% del capitale. Si tratta insomma di risultati molto diversi da quelli del penultimo bilancio che riportava una minusvalenza potenziale di oltre 400 milioni sulla partecipazione nella compagnia.
Notizie positive anche per la vercellese Nova Coop, che si tiene stretto il 6,3% del capitale di Unipol, pari all'8,1% dei diritti di voto. Il gruppo presieduto da Ernesto Dalle Rive iscrive a bilancio la partecipazione a 275 milioni contro un valore di mercato di 426 milioni, facendo così emergere un capital gain implicito di oltre 150 milioni. In più, la partecipata ha staccato oltre 47 milioni di dividendi tra il 2022 e quest’anno.
Per Coop Liguria il bilancio non è meno positivo. Il gruppo genovese, azionista al 3,57% (4,7% dei diritti di voto), valuta la quota 161 milioni contro un valore borsistico di quasi 242 milioni: il che si traduce in una plusvalenza di circa 81 milioni che va a sommarsi ai 27 milioni di cedole incassate negli ultimi tre anni.
I veicoli societari
Gran parte degli azionisti storici di Unipol investono nella compagnia attraverso veicoli finanziari. Uno di questi è Cooperare spa, nel cui capitale compaiono ancora una volta Coop Alleanza e Coop Liguria al fianco di Coop Lombardia, Manutencoop, Granlatte, Copura, Cmc e alcune banche come Bper, Banco Bpm e Crédit Agricole. Qui il valore di carico della partecipazione è di poco superiore a quello di borsa (268 milioni contro 260 milioni).
Un altro storico veicolo è Holmo, che in passato stava a monte della catena societaria del gruppo e che raccoglie una ventina di investitori tra cui Unicoop Firenze, la romagnola Sacmi e, di nuovo, la holding del gruppo Granarolo. Qui, dopo una lungo periodo di tensioni finanziarie, oggi la plusvalenza teorica sul titolo è di oltre 200 milioni. Alcune di queste realtà, come Coop Alleanza, Cefla, Cooperare, Nova Coop, Aurum e Copura, hanno deciso di investire ancora in Unipol attraverso il veicolo Koru. Questa società, creata negli anni scorsi, iscrive a bilancio il 3,34% del capitale della compagnia per soli 107,6 milioni contro un valore di borsa di 226 milioni.
La partecipazione in Unipol insomma si sta rivelando un asset prezioso per le coop, che con essa possono compensare risultati economici non sempre brillanti.
Redazione Pressa
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